Va in pensione da dirigente bancario e sceglie di fare il sacrestano: ecco il racconto della sua “seconda vita”

Pordenone, dopo 43 anni nel mondo del credito prosegue in quello parrocchiale. «Sfalcerò erba, preparerò cerimonie, farò le pulizie». E poi c’è il teatro 

PORDENONE. Una vita in banca sino ai ruoli apicali. Neopensionato, diventa sacrestano. Lui è il vulcanico Paolo Rossi, 63 anni l’11 settembre, che nel mondo del volontariato ci è da sempre. «Se mi avessero detto di redigere bilanci avrei detto no, dopo una vita tra i numeri».

Alla parrocchia del Beato Odorico, invece, taglierà l’erba, predisporrà quanto serve per le cerimonie, pulirà laddove servirà. E continuerà a fare volontariato anche in altre realtà con le quali collabora da decenni.

Doveva andare in pensione lo scorso settembre con la quota 100. Ormai aveva svuotato armadi e pulito la scrivania dell’ufficio soci della Banca di credito cooperativo Pordenonese quando gli chiesero una cortesia: rinviare.

«Una collega stava per diventare neomamma. Ho temporaneamente ripreso la direzione della filiale che avevo aperto nel 2004, quella di via Mazzini». Così ha allungato di otto mesi e da quota 100 e passato alla “legge Fornero” uscendo dal mondo bancario il primo luglio.

«Mi dedicherò principalmente alla “mia chiesa” del Beato Odorico e alla coop Arca di Azzanello, ma sono dentro in tante associazioni: darò una mano anche a quelle». Per ancora due anni, tra l’altro, siederà nel consiglio di amministrazione della Fondazione Bcc.

«Ho sempre considerato la parrocchia una seconda casa sin dai tempi di colui che l’aveva avviata, don Walter Costantin. Ricordo che per anni le messe furono celebrate nella Casa Madonna Pellegrina. Papà Giancarlo era sindaco quando posero la prima pietra della moderna chiesa progettata da Mario Botta: ho questo ricordo molto bello che riguarda la mia famiglia. Comincerò a tempo pieno a settembre, con la ripartenza delle attività pastorali».

Precisa: «Mi considero sacrestano in seconda, prima viene Rachele», una suora laica. «Col parroco don Alessandro Tracanelli c’è forte sintonia: in parrocchia ci sono tante cose da fare, voglio dare una mano a lui e alla comunità».

In passato aveva seguito i Gruppi giovani: «Erano i tempi di don Ettore Aprilis. Ebbi così la fortuna di partecipare a due Giornate mondiali della gioventù: l’ultima di Giovanni Paolo II, in Canada, e la prima di papa Benedetto XVI, in Germania. Esperienze che hanno una loro conclusione naturale: i giovani crescono, costruiscono, lavorano. Ma sono rimasto sempre vicino alla Chiesa e alla vita di parrocchia».

Sacrestano volontario da settembre: «Se a casa hai tanto da fare, in parrocchia moltiplica per tre. C’è una vasta area verde da curare, ci sono le cerimonie da preparare, le pulizie da fare. La parrocchia ha un bel oratorio con una prestigiosa scuola di musica: ci sarà da sistemare e pulire anche lì. Insomma, darò una mano al parroco laddove riterrà necessario».

Paolo Rossi troverà il tempo anche per la Coop Arca, che ha avviato nel 2005 con Alberto Grizzo. «Ora il progetto è nelle buone mani di Mario Vendrame». La cooperativa gestisce un panificio a Pozzo di Pasiano e si occupa di sfalcio del verde pubblico, includendo persone con disabilità.

«Ho posto solo una condizione – prosegue l’ex bancario – dal momento che per 43 anni ho visto numeri: di non avere a che fare con i bilanci. Ma se mi chiedi di pulire anche i bagni va bene e non mi vergogno: tutti i lavori sono dignitosi».

Chiesa, coop e teatro. Paolo Rossi fa parte della compagnia Cibio di Chions. «Dovevamo portare in scena al castello “A cena con Pietro Querini”, ma l’opera è stata rinviata per maltempo. Interpreto il doge Francesco Foscari che interroga Pietro Querini e i due ufficiali salvati».

E poi fa il cassiere volontario alla sagra di Villotta, Chions e Taiedo, lo speaker al Fiume di solidarietà dei Gommonauti e via dicendo. «Mi conquistano le persone che si dedicano al volontariato». Dove trova tutto questo tempo? «Ho una moglie che mi sopporta e mi supporta».

Un segreto di Paolo Rossi? «Mi vedi senza far niente? Allora preoccupati davvero». Contiamo di vederlo per molto tempo. —


 

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