Va in ferie in Costa Smeralda, ma resta senza casa

PORDENONE. Avevano affittato on line una bella casa per le vacanze in Sardegna: 500 euro pagati per trascorrere un periodo all’insegna del relax nel paradiso della Costa Smeralda, vicino a Porto Cervo.
Ma arrivati sul posto – erano partiti da Pordenone in tre – si sono ritrovati senza casa: si trattava infatti di una truffa. Un raggiro per il quale il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti ha inflitto un anno, più 500 euro di multa, a un 47enne nativo di Manduria e residente a Taranto, Marcello Blasi, difeso di fiducia dall’avvocato Luigi Esposito (del Foro di Taranto).
In udienza la pubblica accusa è stata sostenuta dal viceprocuratore onorario Patrizia Cau. La truffa risale alla primavera del 2011. Secondo il capo d’imputazione, il pugliese aveva messo nel sito internet Subito.it un annuncio relativo alla locazione di una casa per vacanze in Sardegna e nel seguire le trattative via internet aveva simulato la condotta di un’agenzia immobiliare, inducendo così in errore un pordenonese all’epoca 53enne.
Aveva simulato, sempre stando alla tesi accusatoria, la stipula di un contratto di locazione per il periodo delle vacanze in un appartamento che si trovava in una località vicina a Porto Cervo e si era fatto versare su carta Postepay la somma di 500 euro: nel capo d’imputazione si afferma però che dell’appartamento non aveva la reale disponibilità.
Quando i tre pordenonesi erano arrivati in Sardegna era già troppo tardi. Si erano ritrovati senza casa, scoprendo il raggiro.
A proposito di raggiri con la Postepay, una truffa con l’utilizzo della carta di credito ricaricabile è stata messa a segno ai danni della tabaccheria all’angolo tra corso Garibaldi e piazzetta Cavour.
Uno sconosciuto ha prima pagato regolarmente per una ricarica telefonica wind, poi ha fornito il numero della propria Postepay chiedendo una ricarica di 200 euro.
A ricarica avvenuta, ha dichiarato di essersi reso conto di non avere con sè abbastanza contanti: ha quindi consegnato – a titolo di “garanzia” – un proprio documento dicendo che si sarebbe assentato brevemente per il tempo necessario a raggiungere il primo bancomat e prelevare i contanti ma poi non è più tornato.
L’episodio è stato denunciato alla polizia e intanto la Postepay è stata bloccata. Si presume che il documento fosse falso.
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