Uova? No, palle di plastica Comune inganna i piccioni

SAN QUIRINO. Come ti frego il piccione? Con le palline di ping pong. E’ questo lo stratagemma che si è inventata l’amministrazione comunale di San Quirino per fare fronte al problema del sovraffollamento dei colombi selvatici in paese, i quali stanno danneggiando soprattutto il tetto di villa Cattaneo, imbrattandolo e sollevando le tegole, causando così problemi di infiltrazioni.
Il Comune è perciò corso ai ripari ricorrendo a un metodo “naturale” per impedire ai colombi di riprodursi. Da alcuni giorni ha posizionato all’interno del parco del Brolo, in centro paese, una colombaia: compreso il palo che la sostiene, è alta circa 3 metri e mezzo e ha una circonferenza di un metro e 40 circa. Al suo interno i colombi arrivano, depongono le uova e covano. Fin qui tutto nella norma, ma a questo punto scatta il trucco.
«Andremo a sostituire le uova – spiega infatti il vicesindaco Maurizio Tomizza – con palline da ping pong: i piccioni continueranno a covare, ma senza figliare, e in questo modo diventeranno vecchi senza riprodursi più. Con il tempo o abbandonano il luogo perchè non lo ritengono più “fertile” o muoiono naturalmente».
Si tratta di una sperimentazione, copiata da alcuni paesi del Trentino dove pare avere già prodotto buoni risultati. Il tutto è a costo zero per l’amministrazione. «La colombaia è stata realizzata e regalata all’amministrazione da una ditta di Fiume Veneto, la V.P. Imballi di Stefano Pilutti, copiandone il modello da internet». A breve il Comune sottoscriverà una convenzione con un’associazione del territorio cui andrà ad affidare la cura dei piccioni. Saranno dunque i volontari a occuparsi, a cadenza regolare, della sostituzione delle uova dei piccioni con le palline di ping pong. Si pensa all’associazione Naturalista Cordenonese.
«Anche a San Quirino – fa sapere Tomizza – da anni siamo alle prese con l’affollamento da colombi selvatici. Dieci anni fa è stato sistemato tutto il tetto della villa, ma da qualche tempo si sono ripresentati problemi di infiltrazioni». I responsabili sarebbero proprio loro: i piccioni. Oltre a sporcare con i loro escrementi, strade e sagrato della chiesa, nel tentativo di costruirsi nidi sotto le tegole della villa le sollevano, danneggiandole. «Abbiamo valutato diversi tipi di interventi – prosegue il vicesindaco – ma tutti sono o costosi o comunque di breve efficacia. Lo stesso utilizzo dei falchi è un investimento inutile, dato che una volta che il falco non c’è più i colombi ritornano”. Si è quindi pensato alla colombaia, collocata ai piedi degli alberi nel parco dove l’habitat è perfetto.
«E’ una sperimentazione – sottolinea Tomizza – che, se funziona, con gli anni ci permetterà di risolvere definitivamente il problema». Il numero di colombi nelle città è aumentato notevolmente solo dopo la seconda Guerra mondiale: grazie infatti alla maggiore disponibilità di cibo e di luoghi adatti essi riescono a riprodursi anche più di 7-8 volte all'anno.
Milena Bidinost
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