Un’intesa con i privati per la palestra del “Moro”

CORDENONS. La palestra incompiuta alle spalle del Centro culturale Aldo Moro sarà completata o con fondi interamente pubblici o con capitale misto pubblico-privato.
Questa seconda ipotesi si sta facendo strada nei ragionamenti che l’amministrazione Delle Vedove ha sul tavolo per cercare di chiudere, assieme a quello della palestra di Villa d’Arco, anche questo capitolo annoso della storia amministrativa degli ultimi anni.
«Terminato a febbraio il primo lotto – dice l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Netto – per la palestra di Villa d’Arco l’obiettivo è di realizzare il secondo e ultimo entro quest’anno. Il 2019 sarà invece l’anno della palestra del Moro». Per quest’ultima sono arrivate un paio di manifestazioni di interesse. Si ritorna, come nel 2015, all’ipotesi di un investimento privato per terminare un’opera che, dal 2011, attende di essere completata e aperta a beneficio delle associazioni sportive. Questa volta però la strada percorribile non è quella di un “progetto di finanza”, ma di un investimento misto. «Le proposte in questione – precisa Netto – non sono ancora sostenute da un piano finanziario e va detto anche che un’operazione interamente privata non sarebbe economicamente sostenibile. Serviranno tra gli 800 mila e il milione di euro per completare la palestra e le entrate di una sua gestione privata non potrebbero ammortizzare questi costi».
Il ragionamento ha preso quindi il binario di un eventuale investimento misto. L’altra possibilità è che sia il Comune con propri fondi a realizzare il lotto. «Nel bilancio di previsione – aggiunge l’assessore – troveremo i soldi per entrambe le palestre: conteremo sui dividenti dell’Atap e sull’accensione di un mutuo».
Il primo lotto della palestra del Moro fu realizzato dalla giunta di centrosinistra guidata da Carlo Mucignat tra il 2009 e il 2011, utilizzando il contributo di 900 mila euro concesso dalla Regione. Subentrata l’amministrazione del sindaco Mario Ongaro, nel 2011, questa pensò invece di dare alla palestra una destinazione culturale, vista la vicinanza con biblioteca. Verificò poi che il primo contributo, quello del lotto già realizzato, non lo permette: la destinazione deve rimanere sportiva.
Scattò a quel punto una polemica tra l’allora amministrazione, che incolpò il centrosinistra di non averle consegnato un lotto funzionale come prevedeva il contributo e il centrosinistra all’opposizione, che accusò la controparte di non avere proseguito con la richiesta di finanziamento per il completamento, sostenendo, tra l’altro, che il lotto era regolare. (mi.bi.)
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