Una vita dedicata all’arte: il sigillo a Maristella Cescutti

Gli occhi sognanti, persi nell’eterna ricerca della bellezza, quella che, per dirla con Dostoevskij, può salvare il mondo. Che deve essere coltivata, condivisa e diffusa. L’avventura artistica di Maristella Cescutti, cui ieri il sindaco Pietro Fontanini e l’assessore alla cultura Fabrizio Cigolot hanno consegnato il sigillo della città è partita nel gennaio 1968, quando Costantino Trainitti suonò alla sua porta per chiederle di sostituirlo al Centro friulano arti plastiche. Sono passati cinquant’anni, durante i quali Maristella Cescutti ha “tirato su” generazioni di artisti, selezionando e valorizzando le loro opere all’interno della Galleria La loggia, divenuta la sua seconda casa da quando, nel 1973, Gianni Borta le affidò l’incarico di direttrice artistica. A evidenziarlo, ieri, è stato il vicedirettore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, tracciando il ritratto di «una straordinaria professionista che per 45 anni ha diretto la galleria rendendola un punto di riferimento di qualità. Sono passate migliaia di persone in quel fazzoletto di galleria, a volte troppo freddo d’inverno o troppo caldo, ma sempre accogliente come un salotto. Gli artisti la amano perché si pone sempre con semplicità, con sincerità, con emozione davanti a un’opera, insomma con il cuore – ha commentato Mosanghini –. Una sentinella della città e degli umori della gente che passa in galleria e si confessa. Ma non sono stati sempre anni felici e sereni. Anche Martistella è salita sulle montagne russe e ha conosciuto momenti di sconforto, come tutti. È risalita più sorridente di prima, perché un’altra sua caratteristica è il sorriso nei confronti della vita. Quando ha saputo che l’amministrazione le avrebbe assegnato il sigillo non ci credeva. Beh – ha commentato Mosanghini – l’amministrazione ha fatto una scelta azzeccata. Il merito di aver dato una vetrina costante all’arte a Udine andava riconosciuto».
«L’amministrazione – ha sottolineato il sindaco di Udine Pietro Fontanini – è riconoscente a Maristella Cescutti per il suo costante impegno a promuovere la cultura e l’arte nella nostra città proprio negli spazi di palazzo d’Aronco. La sua galleria è diventata un punto di riferimento per l’arte di Udine».
A insegnarle a volare alto è stato Candido Grassi, presidente del Cfap, pittore e comandante partigiano. Ripeteva a Maristella che «nulla è impossibile nella vita» e, intanto, la avviava alla conoscenza della sua arte e degli artisti di allora. Ma quella scintilla era scoccata ben prima.
La sua strada fu tracciata dall’impronta del padre Pietro Cescutti “Clap”, artista, scrittore e poeta, e ancor prima da quella dei nonni e bisnonni Gortani di parte carnica e Malatesta da parte di madre.
«Ho passato una vita protesta verso gli altri cercando di trasmettere l’amore per l’arte e la cultura, ai giovani in particolare, agli artisti, agli studenti e al Friuli per cui scrivo» il commento di Maristella Cescutti, schiva, umile, sorpresa dal doveroso tributo di riconoscenza. Parole che sgorgano dall’essenzialità tipica dei figli della Carnia (è originaria di Piano D’Arta). Da quell’angolo del Friuli, stretto nell’abbraccio delle sue montagne, la famiglia Cescutti è scesa verso Udine, dove Maristella ha intrapreso gli studi artistici al Sello, quindi quelli accademici a Venezia. Dotata di temperamento ed energia non comuni, è stata la prima donna a Udine a disegnare carpenteria metallica e cemento armato. Poi la lunga carriera come insegnante di disegno e storia dell’arte alle superiori e di educazione artistica alle medie. Numerose le sue pubblicazioni per riviste d’arte, per Sot la nape, il Pic, La vita cattolica e il Ponte, accanto al suo impegno come corrispondente del Messaggero Veneto.
Alla cerimonia è seguita l’inaugurazione della mostra alla galleria La loggia “50x50” con 120 artisti. –
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