Una cittadella dello sport nell’antica polveriera abbandonata da decenni

LA RICONVERSIONE
Fu un’importante struttura militare durante la Seconda guerra mondiale e, dopo una riconfigurazione intervenuta tra la metà degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo, divenne un luogo militare strategico durante la Guerra fredda. Per un ottantennio la polveriera all’ingresso dell’abitato di Tolmezzo alle falde del monte Amariana ha rappresentato un’area militare all’interno della quale i civili non hanno potuto entrare. La nuova destinazione di quei 13 ettari di superficie, nella quale una ventina di strutture – torrette di controllo e casematte – sono state invase da rovi e arbusti a causa del prolungato abbandono, è stata ufficializzata ieri dalla giunta di Tolmezzo che si è riunita per approvare il progetto esecutivo steso dall’architetto Gianluca Nicolini. L’ex compendio militare si avvia a diventare una sorta di cittadella dello sport con percorsi ciclabili, tracciati per i runners e circuiti di pump track che, in una seconda fase del progetto dovrebbero essere arricchiti da spogliatoi, servizi e bar.
Il complesso, nato come deposito di munizioni a fini bellici, principalmente per l’attività di esercitazione al tiro nel vicino poligono di Rivoli Bianchi, fu bonificato su indicazione del ministero della Difesa, quindi dismesso e assegnato al Comune di Tolmezzo.
«Ma per oltre un trentennio quell’area alla periferia Sud di Tolmezzo adiacente alla pista ciclabile è rimasta inutilizzata – spiega l’assessore allo Sport e all’Urbanistica Francesco Martini – ora con questo progetto ricaveremo un impianto sportivo all’aria aperta accessibile a tutti, destinato a un’utenza locale e non, inoltre andremo a sanare una situazione di degrado ambientale dovuta al prolungato abbandono dell’area».
L’obiettivo è rendere il complesso accessibile alla popolazione attraverso la realizzazione di un progetto articolato in due fasi, anticipa Nicolini che per elaborare il progetto si è avvalso della collaborazione di Matteo Muner e Liana Martinis, giovani architetti locali e del dottore forestale Michele Simonitti. «Abbiamo avviato una mappatura della vegetazione all’interno del complesso per individuare le essenze pregiate che verranno mantenute» annuncia Nicolini.
La prima fase del progetto punterà ad attingere ai fondi del bando “Sport e periferie 2020”. Previsti il taglio e la pulizia della vegetazione arbustiva, il ripristino della viabilità interna preesistente, delle recinzioni, la messa in sicurezza degli accessi e la realizzazione di nuovi percorsi. Nel programma delle opere figura anche la realizzazione di una pista di pump track e l’ampliamento del parcheggio esistente.
Ricadranno in una seconda fase dei lavori gli interventi di demolizione dei fabbricati diroccati, il ripristino delle torrette di guardia, il collegamento con la ciclabile, la creazione del bioasfalto per consentire la pratica dello skiroll e costruzione di un edificio destinato ai servizi. —
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