Una calca da stadio per la prima a Palazzo

Decine di cittadini per assistere al debutto. Non c’era posto per tutti, tanti sono rimasti fuori E l’ex consigliera Orlanda Primus ha regalato una rosa rossa alle donne dell’assemblea 

Sorrisi stampati, piglio deciso con l’emozione soffocata dalla felicità che sprizza dai volti dei consiglieri di maggioranza. Felicità per aver conquistato palazzo D’Aronco dopo tanti tentativi conclusi tutti allo stesso modo. Pochi gli eccessi nel giorno del debutto a palazzo D’Aronco, tante le strette di mano e tante alte avrebbero potuto susseguirsi se non fosse stato per le norme di sicurezza che hanno costretto decine di persone a rimanere sul pianerottolo sotto l’occhio attento degli uscieri. Non ha varcato quella porta neppure la delegazione del comitato contro i passaggi a livello giunta fin lì per ricordare al sindaco che c’è una pratica rimasta in sospeso. Raramente a Palazzo si vede un pubblici tanto appassionato.

Alle 18 di un lunedì di fine maggio si apre la prima seduta del consiglio comunale dell’era Fontanini, a cui la maggior parte degli udinesi che si è recata alle urne ha affidato il governo della città. È un debutto secondo i canoni prestabiliti, compreso il giuramento in marilenghe ripetuto anche in italiano dal sindaco leghista. Apre la seduta il consigliere anziano, il più votato, Alessandro Venanzi del Pd che avrebbe fatto volentieri a meno di nominare l’elezione del neo presidente Enrico Berti (Fi). Non lo lascia intendere ovviamente, lo si capisce quando, dopo aver fatto ammenda per non aver comunicato il numero dei voti a favore (28), lascia lo scranno dimenticando la tessera inserita. Il suo inconscio gli ha giocato il solito scherzetto. Anche Berti si cala nella parte, ma pure lui si fa sorprendere dall’emozione e si scorda di votare la sua vice Elisabetta Marioni (Ln). Si rifà ai tempi supplementari. Intanto si susseguono i clic dei fotografi non affatto disdegnati dai debuttanti. C’è chi come il candidato sindaco del M5s, Pompea Maria Rosaria Capozzi, si mette quasi in posa, mentre la leghista Claudia Basaldella sfoggiando maxi orecchini a pendolo torna al suo posto certa di aver vigilato al meglio sulla regolarità del voto. Il tacco 12 e le tonalità bianco e nero della sua giacca, modello simile a quello indossato dall’assessore Elisa Asia Battaglia, non passano inosservate: sono i colori di Udine e dell’Udinese gli stessi dello stemma della città che Giovanni Marsico porta appiccicato al colletto dell’abito.

Prende la parola Berti, mentre la già consigliera comunale Orlanda Primus fa il suo ingresso con un mazzo di rose rosse in mano. «Sono le rose per le donne di questa assemblea», spiega riservandosi di consegnarle a fine seduta alle elette. Riemerge così il tema delle pari opportunità che ha mandato all’aria molti schemi prima di arrivare alla composizione della giunta Fontanini. In sala c’è anche il candidato sindaco Stefano Salmè che in nome della parità di genere e di qualche fastidio creato al sindaco per la sua appartenenza all’estrema destra, ha ceduto il posto in giunta alla compagna Daniela Perisutti seduta alla destra di Fontanini.

Quasi fosse un destino che lo perseguita da qualche tempo, in sala non è riuscito a entrare neppure il segretario dei Fratelli d’Italia, Ugo Falcone, l’aspirante assessore rimasto al palo per un braccio teso la sera della vittoria. Nell’aula affollata si muovono, con una buona dose di cautela, anche i rappresentanti dell’opposizione. Il candidato sindaco del centrosinistra, Vincenzo Martines, sfodera una nuova grinta, l’ex assessore Federico Pirone riflette, Simona Liguori telefona e il giovane Lorenzo Patti si alza con eleganza, sinonimo di responsabilità. L’eleganza, fosse solo per l’abito scuro che indossa, non manca al candidato sindaco Enrico Bertossi soprattutto quando si intrattiene con l’assessore Alessandro Ciani che in fatto di appeal non teme concorrenti. Bertossi dialoga volentieri pure con Venanzi.

Sono le 19 la gente rimasta sul pianerottolo inizia a scendere le scale. In aula, Fontanini illustra le linee programmatiche, l’ex consigliera grillina Claudia Gallanda continua a distribuire i suoi resoconti e i candidati che non ce l’hanno fatta seguono i lavori forse dispiaciuti di non occupare quelle poltrone. Il nuovo mandato ha già preso il via.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto