Un racconto tra giallo e noir nel ricordo di Scerbanenco

È considerato uno dei più grandi maestri italiani del genere giallo. Ha ispirato moltissimi scrittori di oggi a seguire le sue orme: tra questi Carlo Lucarelli, che ammette di aver scritto il suo primo romanzo giallo da ragazzino, dopo aver letto “I ragazzi del massacro”.
È Giorgio Scerbanenco, scrittore di origini ucraine, milanese d’adozione. Dopo numerosi romanzi rosa che gli avevano donato la fama, arriva la svolta e il giallo all’italiana nasce proprio nella Lignano Sabbiadoro degli anni ‘60: una Lignano non ancora preda del turismo di massa. La figlia, Cecilia Scerbanenco, ci racconta chi era suo padre e delle iniziative che oggi lo ricordano e lo celebrano.
Qual era il rapporto di suo padre con la regione Friuli Venezia Giulia e in particolare con Lignano?
Lui viaggiava tanto per lavoro. Per scrivere i suoi romanzi amava visitare i luoghi in cui poi avrebbe ambientato le sue storie. Un giorno, risalendo da Roma, è giunto a Lignano, una Lignano dove c’era pochissimo, davvero spoglia. Qui abbiamo trascorso un anno intero tra il 1963 e il 1964. Personalmente la città balneare mi è sempre piaciuta molto, trascorrevamo lunghi periodi qui prima dell’età scolare, da maggio fino ad ottobre, poi con l’inizio della scuola passavo qui tutta l’estate.
Giorgio Scerbanenco si è dedicato a numerosi generi: prima il rosa, poi il giallo e il noir; secondo lei qual era il genere che suo padre amava scrivere di più?
Secondo me il noir. Lui ha sempre raccontato le storie delle persone indagandone dolori e difficoltà della vita. Anche nei suoi romanzi rosa raccontava le vite delle persone come le vedeva, andando in profondità, cercando di indagarne le ragioni più profonde. Nel caso dei romanzi rosa c’era sicuramente una forma di maschilismo latente, per cui il romanzo rosa non era un genere per un autore. Nonostante ciò aveva raggiunto una grande fama con i suoi romanzi.
Tra tutte le opere di suo padre, ce n’è uno che preferisce più di tutti?
Il mio preferito è un racconto: si intitola “Al mare con la ragazza” (1973, edito da Garzanti). E’ un ottimo esempio di commistione tra il genere noir e il rosa. Questo racconto precede il ciclo di noir che è seguito e a cui è ancora associato.
Dalle opere di Scerbanenco sono stati tratti numerosi film: li ha visti tutti? Ce n’è uno che secondo lei è più fedele alla visione letteraria di suo padre?
Li ho visti quasi tutti. Secondo me il regista che più ha colto l’anima di mio padre è stato Ferdinando di Leo (il regista ha adattato I ragazzi del massacro e Milano calibro 9. I film sono usciti rispettivamente nel 1969 e nel 1972). Lo stesso Di Leo si è definito la persona più lontana da mio padre ma secondo me invece lo ha capito meglio di tutti, nonostante i film presentino qualche deviazione dalla trama del libro.
Scerbanenco amava scrivere in solitaria o era solito coinvolgere la famiglia nel suo processo creativo?
Era uno scrittore professionale: scriveva nel suo studio. Faceva leggere i suoi lavori a nostra madre: il suo parere contava.
Com’è nata l’idea di un concorso per commemorare l’opera e la figura di suo padre?
L’idea è nata nel 1996 con il comune di Lignano e la collaborazione di Oscar d’Agostino, giornalista del Messaggero Veneto. Dopo alcuni anni di pausa, il concorso è ripreso. Lo scopo del premio è dare la possibilità a chi scrive di far emergere le sue opere e ottenere un parere professionale.
Il premio prevede due sezioni: Adulti e Ragazzi. Lei inoltre è una giurata al concorso: dove registra maggiore partecipazione?
Nei ragazzi forse. I loro racconti dell’anno scorso sono stati bellissimi, originali e sinceri. Non hanno seguito mode, hanno dato ascolto alla loro immaginazione e alla loro fantasia. Secondo me il noir è un genere che piace molto ai giovani.
Cosa si augura per la terza edizione di Scerbanenco@Lignano?
Sicuramente mi auguro una partecipazione sempre maggiore, con opere sempre più belle. Per quest’anno speriamo anche di riuscire a pubblicare una raccolta che raduni racconti tratti anche dalle edizioni precedenti. E magari, chissà, scovare tra i partecipanti al premio degli autentici scrittori. Il premio nasce proprio con una missione di talent scouting nel Dna: trovare dei giovani talenti del mondo letterario di domani. Ci tengo infatti a sottolineare il carattere professionale di questo concorso, che è collegato all’editoria. Questo, rispetto ad altri concorsi, può rappresentare quella chance in più!
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