Un cinese a Porcia: «La gente mi guarda e si scansa, ma non torno a casa da cinque anni»

Ecco come vive Federico Liu, 28 anni, ai tempi del coronavirus: «Volevano vietarci l’ingresso in un bar»

PORCIA. «Ormai mi sono “abituato” all’atteggiamento di alcune persone che non mi conoscono e, quando passo, si scansano. Pazienza, del resto non sanno che abito qui da oltre dieci anni. Mi addolora, invece, il comportamento degli ignoranti: come la donna che, entrata in un bar, mi ha visto e ha chiesto alla barista perché, nonostante il coronavirus, faccia entrare nel locale i cinesi».

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Federico Liu ha 28 anni, da dodici è in Italia, e con la moglie Mia gestisce dal dicembre 2016 il market L & M di Palse di Porcia. È originario di Fujian, abbastanza lontano da Wuhan, ovvero da dove si è scatenata l’emergenza sanitaria che sta assumendo dimensioni planetarie. In Cina ha ancora una nonna «che sento ogni tanto, non ha problemi, tantomeno di salute».

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Nel supermercato, a lato della piazza che in tempi non troppo lontani fu sede delle Coop Operaie, entrano ed escono sia italiani sia cinesi. «I clienti sono diminuiti, eccome: almeno 30-40 in meno al giorno. Per la verità questa settimana sto registrando una piccola inversione di tendenza, ma davvero leggera».

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Quelli che non disertano di sicuro sono i concittadini: «Ci conosciamo da oltre due anni e sanno che non sono stato in Cina da cinque anni a questa parte e pertanto non c’è alcun problema nel relazionarmi con gli altri. Inoltre, sto bene: altrimenti non sarei qui... Ecco, dunque, chi abita qui, a Palse e Porcia, non si fa problemi: ma basta allargarsi a Pordenone o a Brugnera che le cose cambiamo, perché magari non sono conosciuto».

La gente «ti guarda male, mi è capitato, sì. C’è anche chi si scansa, magari non lo vuol far vedere, ma lo fa. Io non ce l’ho con queste persone e non me la prendo perché giustamente loro non sanno che sono qui da cinque anni e quindi non rappresento un pericolo. Diciamo che la prendo come una “simpatica precauzione”».

Ben diversa è la situazione che Federico ha vissuto alcuni giorni fa. «Mi trovavo in un bar non a Porcia, ma qui, in provincia, e stavo bevendo un caffè. È entrata una donna tra i 30 e i 40 anni e si è rivolta alla barista dicendo che non è opportuno far entrare cinesi, in questo periodo, nei locali pubblici.

Non è seguita alcuna replica. Ecco, in questo caso, ci sono rimasto male: perché quell’affermazione è frutto di ignoranza e maleducazione. Intanto, se proprio doveva esprimersi così, poteva almeno farlo a bassa voce, così non l’avrei sentita.

Secondo, non si è premurata di informarsi se ero stato in Cina e, di conseguenza, se stavo bene o no anche perché chi sta male non credo abbia tempo e voglia di andare in giro. Un’altra cliente, invece, si è scusata dicendo che a volte capita di avere a che fare con persone ignoranti».

Federico torna dietro il bancone e sorride: «Passerà anche questa. Non ci manca la solidarietà dei nostri clienti del posto». —


 

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