«Un centro commerciale a palazzo San Marco»

Sara Florian, l’architetto pordenonese che ha conquistato i pordenonesi con i suoi progetti per Urban green, la manifestazione di Marcolin (quest’anno l’apice a parco Reghena), alza il dibattito sull’...
Sara Florian, l’architetto pordenonese che ha conquistato i pordenonesi con i suoi progetti per Urban green, la manifestazione di Marcolin (quest’anno l’apice a parco Reghena), alza il dibattito sull’area tra piazza della Motta e viale Marconi.


«Voglio soffermarmi su palazzo San Marco, è un’idea che avevo già espresso all'ex Sindaco Pedrotti, in una delle nostre cene, quindi perché non riproporla qui, a distanza e senza interessi personali. Mi piacerebbe che questa ala vuota di Palazzo San Marco venisse svuotata, ridistribuita, e farne un centro commerciale in pieno centro con bar, negozi, libreria, un tutt’uno come si vede all'estero, potrei citare Praga Wuzburg, Brno. E con il portico che diventa uno spazio aperto verso tutto questo, senza finestre o barriere, magari un ascensore in vetro che fa “moderno”. Che ne pensate?».


Gli utenti di “Sei di Pordenone se...vuoi discutere di Pordenone”, approvano subito e iniziano a sognare. A molti l’idea piace, chi ricorda come sia possibile valorizzare gli ascensori in ferro e vetro del palazzo. Non manca chi è preoccupato per quella che potrebbe essere l’evoluzione del commercio in città. Ma se la direzione condivisa è investire sul centro commerciale naturale, un polo di qualità potrebbe portare beneficio agli altri negozi e non è detto che i nuovi proprietari dell’area ex Inail non ne abbiano tenuto conto. Sui bagni pubblici, invece, c’è chi propone – e anche questa idea piace – di ripristinarli come bagni pubblici termali.


A riportare tutti con i piedi un po’ più a terra è il sindaco Alessandro Ciriani, che riassume: «Palazzo San Marco è stato, finalmente, acquistato da imprenditori veneti (era dell’Inail): dal secondo piano verrà destinato a residenziale. Primo piano e terra a commerciale (stanno già prendendo contatti con potenziali clienti interessati ad insediarsi). Abbiamo seguito la vicenda fin dall’inizio incontrando anche una seconda "cordata" interessata ad insediare un albergo, ipotesi poi sfumata e che ha lasciato spazio a questa nuova soluzione. I bagni pubblici sono privati e non del Comune. Oggi, con le norme vigenti, il Comune non può acquistare immobili se non per ragioni di indifferibile interesse pubblico. Abbiamo comunque preso contatti con la proprietà e stiamo cercando di incrociare domanda è offerta di spazi. Non giovano i prezzi, talvolta stellari, che vengono richiesti per immobili in condizioni precarie».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto