Un brevetto friulano per “tirare” le lamine in Coppa del mondo

UDINE. È friulano il mago degli sci della Coppa del mondo. Daniele Pesamosca, titolare dello Ski & Tennis di Udine dal 1989, ha un doppio primato che gli vale una fama mondiale.
Perché è lui l’inventore del “Ratte”, un marchingegno brevettato che affila le lamine di molti assi dello sci, ma è anche il papà di uno sciolinatore computerizzato che gli skiman della Salomon usano nel loro reparto di Coppa del mondo.
Insomma, per alcuni la strada da via Tavagnacco all’Olimpo degli sciatori è breve. E Pesamosca deve la sua fortuna proprio al “Ratte”, un marchingegno che ha inventato e brevettato e ora gli skiman di tutto il mondo si litigano. Perché il Ratte, ratto in tedesco, è piccolo, portatile, preciso e serve ad affilare alla perfezione le lamine degli sci, poco prima della partenza di una gara.
Insomma, un brevetto mondiale è nato nel laboratorio di via Tavagnacco. Un parallelepipedo grande circa venti centimetri per dieci, in grado di determinare chi alla fine salirà sul podio.
Ha il grandissimo vantaggio di essere trasportabile, perciò segue il team fino in cima alla montagna ed è in grado di affilare le lamine anche direttamente nella camera d’albergo che ospita gli atleti prima della gara. Perché quel piccolissimo aggeggio super-tecnologico “tira” le lamine con la precisione calcolata al centesimo di millimetro. E quando gli atleti sono al top la differenza si gioca sul millesimo di secondo registrato all’arrivo.
Dopo anni di studi, è nel tempo di una sola estate che Pesamosca mette a punto il Ratte: due pannelli di pelxiglass e tanto alluminio. «C’è anche un carter in carbonio – spiega Pesamosca –. E poi acciaio inox e altri materiali, insomma, è abbastanza complicato. È una macchina portatile che serve ad affilare la lamina lateralmente grazie a una mola diamantata».
Tutto è made in Friuli, «perché il Ratte è costruito, disegnato e assemblato da friulani – precisa l’inventore –. C’è un’azienda meccanica che fa i pezzi in alluminio, un’officina per il taglio laser dell’inox e un’altra azienda per il plexiglass, tutte friulane».
La preparazione degli sci da gara è una vera e propria scienza. «Ormai facciamo tutto con macchine a controllo numerico perché serve una precisione centesimale e gli angoli devono essere costanti nel tempo e soprattutto riproducibili», sottolinea Pesamosca.
La dose di tecnica necessaria a controllare gli sci da gara però non è alla portata di tutti: «Più gli sci sono lunghi e maggiore è la stabilità – spiega –, ma è anche più complicato governarli e serve più tecnica. Ecco perché i cosiddetti sci turistici sono un po’ più corti».
La procedura per preparare alle discese però è più o meno la medesima: «Prima tutti i materiali vengono sgrassati – precisa Pesamosca –, poi c’è la fase della “spalmatura” in cui si chiudono gli eventuali buchi presenti sullo sci. A questo punto c’è la rettifica della soletta, una sorta di levigatura che per gli sci da gara è fatta a mano. Quindi si passa alle lamine che devono essere ben affilate. C’è anche la fase della sciolinatura, ma è relativamente importante perché la sciolina dura poco, anche una sola discesa. Fondamentali sono soletta e lamine».
Friulano di Cave del Predil e udinese d’adozione ormai, Pesamosca è ovviamente uno sciatore. Anzi, un allenatore di sci alpino, che in giovane età ha praticato anche con risultati di livello. Ma la sua passione sono sempre state le solette e, soprattutto, le lamine. Una specie di mania, la sua, che adesso, a 50 anni suonati, lo sta portando a dialogare direttamente con gli skiman che girano il mondo per far vincere i campioni del circo bianco.
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