«Un aiuto dalla mobilità sostenibile»

SACILE. «Se abbiamo scelto il Friuli, duramente segnato dal devastante terremoto nel 1976, simbolo della ricostruzione possibile, anche sotto l’aspetto ferroviario, non è un caso»: Massimo Bottini, presidente nazionale della Confederazione della mobilità dolce, in regia alla decima edizione della “Giornata nazionale delle ferrovie non dimenticate”, ha così motivato la decisione di promuovere la manifestazione in terra friulana, in quell’angolo di territorio percorso dalla Sacile-Gemona, che dal 2012 è al centro di un articolato dibattito tecnico-politico riguardante la sua riapertura. «Se opportunamente integrata con le altre forme di mobilità sostenibile, a partire dall’escursionismo a piedi e in bicicletta, pensiamo che la scelta friulana possa trasformarsi in un grande successo, com’è avvenuto in Alto Adige con la linea Merano Malles, dove si lavora alla elettrificazione per far fronte alla crescita esponenziale del traffico» ha osservato Bottini.
Già, la Merano-Malles. In questi anni si è spesso fatto un raffronto tra le due ferrovie. In Alto Adige molti fattori hanno concorso al successo del treno. La speranza è che ciò possa verificarsi anche sulla Sacile-Gemona, fatti i dovuti distinguo. NeI 2018 tornerà il treno, nella doppia funzione di trasporto passeggeri e turistico, una vittoria per quanti si sono spesi in questi anni per la riattivazione della linea, a partire dal Comitato pendolari dell’alto Friuli. Il suo referente, Andrea Palese, ha evidenziato come «la rinascita della Pedemontana è un successo del territorio e delle persone che hanno creduto con passione e impegno nel progetto che permetterà la riapertura del servizio».
I rappresentanti della Confederazione della mobilità dolce erano giunti giovedì sera a Gemona. Avevano incontrato i pendolari gemonesi e il sindaco, il quale aveva spiegato il progetto di valorizzazione turistica della stazione attuato dal Comune nella prospettiva della riattivazione della Gemona-Sacile con l'avvio del servizio turistico a cura della Fondazione Fs. Successivamente avevano effettuato un sopralluogo nella Pedemontana, visitando alcune stazioni. Dopo aver incontrato gli studenti delle classi quarte e quinte dell'Isis Torricelli di Maniago (il professor Fabio Bonacotta aveva illustrato il progetto didattico del ciclotreno, realizzato dagli studenti), avevano raggiunto la località Monteli di Meduno, luogo simbolo della ferrovia, dove nel luglio 2012 si era verificata la frana all’origine dello stop alla circolazione dei treni. I rappresentanti della Confederazione avevano quindi incontrato i sindaci di Meduno e Cavasso Nuovo, i quali hanno loro ribadito l’importanza della ferrovia per le comunità della pedemontana pordenonese.
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