Udine taglia le tasse universitarie ai figli di operai e impiegati

Esentati gli iscritti con Isee fino a 23 mila euro. Riduzioni per i meritevoli. La fascia più alta paga 1.800 euro l’anno

UDINE. L’università di Udine taglia le tasse agli studenti con reddito Isee fino a 23 mila euro. L’ateneo friulano ha spostato in avanti l’asticella fissata dalla legge che prevede l’esenzione fino a 13 mila euro di Isee annuo. Tradotto significa che un componente di un nucleo familiare di quattro persone che registra un reddito annuo lordo pari a 48 mila euro, ovvero 3 mila 500 euro al mese, con un patrimonio immobiliare il cui valore si aggira intorno a 85 mila euro, se si iscrive all’università di Udine non paga le tasse. Le cifre che si rilevano dalle simulazioni elaborate a palazzo Florio e che riportiamo nella tabella qui a fianco, euro più euro meno, corrispondono al reddito annuo di operai e impiegati.

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Questa è solo una delle diverse casistiche analizzate dal vertice dell’ateneo prima di approvare il piano che agevola le famiglie con redditi medio-bassi. Gli studenti più ricchi pagano al massimo 1.800 euro l’anno. Sono quelli che dimostrano di avere un reddito Isee oltre 60 mila euro. Tra l’esenzione e l’importo massimo pagato, scattano altre agevolazioni: nell’ambito dei paletti imposti dalla legge, quelli che impediscono alle università di incamerare dalle tasse un importo maggiore al 20 per cento del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), l’ateneo friulano ha messo a punto un’operazione che parte da lontano. Era il 2012 quando il Consiglio di amministrazione e il Senato accademico decisero di rimodulare gli importi delle tasse riducendoli ai più poveri e aumentandoli ai più ricchi. Da allora il sistema è stato tarato ulteriormente fino ad arrivare a esentare tutti gli studenti con un reddito Isee fino a 23 mila euro.

Il prorettore vicario, Roberto Pinton, illustra questa manovra per soffermarsi sull’attenzione che l’ateneo friulano riserva ai suoi studenti. Si muove all’interno di steccati che per l’anno accademico in corso, a esempio, non consentono di incassare, euro più euro meno, cifre superiori a 14,5 milioni di tasse. Con il ricavato dalle tasse, l’università copre una parte dei costi della didattica e dei servizi.

Oltre alle esenzioni per le famiglie meno abbienti, l’ateneo friulano premia pure gli studenti meritevoli prevedendo per loro agevolazioni sulle tasse. Premia gli iscritti che nel primo anno di studio raggiungono un minimo di 10 crediti, come pure quelli che ottengono 25 crediti per ogni anno successivo al secondo. I crediti dovranno essere registrati tra il 10 agosto 2018 e il 10 agosto 2019.

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Restando in tema di agevolazioni, va sottolineato che gli iscritti all’ateneo friulano non amano i prestiti d’onore tanto gettonati negli Usa. L’università continua a sottoscrivere più di qualche convenzione con gli istituti di credito per dare la possibilità ai suoi iscritti di pagare gli studi ricorrendo ai prestiti, ma dagli iscritti la risposta ancora non arriva. Finora, nessuno ha utilizzato questa possibilità. Non è nella mentalità dei friulani ricorrere alla banca per finanziarsi gli studi. Piuttosto preferiscono allungare i tempi e alternare lo studio al lavoro.

Tasse a parte, l’università di Udine auspica di confermare anche quest’anno il numero delle immatricolazioni che da tempo superano le 3 mila unità e, alle volte, pure il numero registrato a Trieste. Il sorpasso c’è stato anche sul fronte degli iscritti: Udine ne conta 15.380, Trieste 14.881. Analizzando questi dati, il prorettore ricorda che «i numeri vengono mantenuti dalle realtà consolidate e l’ateneo friulano voluto dalla gente, è tra queste. «L’università di Udine mantiene il numero degli studenti – spiega Pinton – perché è una realtà consolidata e perché abbiamo costruito un’offerta didattica innovativa. In questo senso, siamo stati un po’ più previdenti di Trieste. Continuiamo a identificarci come università del territorio». A 40 anni di distanza dalla sua istituzione avvenuta con la legge della ricostruzione post terremoto, le parole di Pinton si rafforzano di significato.

Tra gli obiettivi che si pone oggi l’università friulana, la delegata all’Orientamento ne cita solo alcuni soffermandosi sull’ulteriore riduzione degli abbandoni che si verificano soprattutto nei primi anni di studio. «Questo – sottolinea Laura Rizzi – non vuol dire regalare gli esami, ma dare la possibilità ai docenti di fare prove intermedie, valutare gli studenti in itinere e affiancare ai ragazzi i tutor didattici». 

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