Udine: stretta sui cimeli fascisti, ma il Duce resta in vetrina

Il produttore di vino con le etichette di Hitler e Mussolini annuncia che disobbedirà alla legge. Il fan Polegato: pronto a farmi arrestare. E festeggia il compleanno in abiti del Ventennio
Colloredo di Prato 14 Luglio 2017 lunardelli mussolini Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Colloredo di Prato 14 Luglio 2017 lunardelli mussolini Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

UDINE. «Di gadget fascisti non è mai morto nessuno». Suona quasi come uno slogan lo sfogo di Andrea Lunardelli, addetto alle vendite dell’omonima azienda vitivinicola di Colloredo di Prato che ha legato le sue fortuna alla produzione di bottiglie raffiguranti il viso di Mussolini e Hitler.

E’ «profondamente arrabbiato e offeso» Lunardelli per la proposta di legge che introduce il reato di “propaganda del regime fascista” approvata alla Camera. «Io continuerò a vendere quelle bottiglie. Mi vengano pure ad arrestare. Sono qua che li attendo» è la sua provocazione.

«Se lo faranno mi dichiarerò prigioniero politico – aggiunge -. Io mi sento più italiano di questi bambini ignoranti che fanno norme perditempo. Io seguo solo la legge di Dio e non di queste persone che con la crisi economica hanno fatto morire molti imprenditori. Se verrà approvata questa legge non mi sentirò più parte di questo Stato».

Tra le 106 etichette rinchiuse nella cantina dei Lunardelli c’è di tutto: da Churchill a Napoleone, dai quadri di Leonardo Da Vinci all’imperatrice d’Austria Sissi.

«Per quanto riguarda Mussolini e Hitler – precisa Andrea – non c’è alcun riferimento alla svastica o a frasi razziste. Una cosa è la goliardata, un’altra è la propaganda. E noi non vogliamo inneggiare a nessuno».

Le bottiglie con le etichette fasciste «e soprattutto naziste», puntualizza Lunardelli, valgono un sesto del fatturato dell’azienda. «Ne vendiamo – dice – circa 10 mila l’anno. Ma nei primi sei mesi abbiamo registrato un raddoppio delle vendite. Non offendo nessuno con questi gadget.

Non vedo perché dovrei toglierle – afferma Lunardelli -. Hanno paura dei fantasmi. E’ tutta nebbia che ci gettano davanti agli occhi per nasconderci i reali problemi. Se volevano promulgare una legge per cancellare ogni simbolo del fascismo la facevano subito dopo la guerra come in Austria e in Germania dove sono vietate le immagini del nazismo sui libri».

Dello stesso pensiero è Ferdinando Polegato, il ristoratore pordenonese, imitatore di Mussolini. Martedì 12 settembre ha compiuto 64 anni vestendo, insieme alla moglie, abiti fascisti.

Nel suo locale spiccano i quadri del Duce. «Sono pronto ad essere arrestato – dichiara -. Io non ho paura di nessuno. Semmai sono questi politici abusivi che hanno paura che la gente si ribelli. Vogliono farci arrivare alla rivolta.

La gente è con me. Vengono nel mio ristorante per ammirare i quadri e sentire le mie imitazioni. Non mi interessa di quello che possono pensare questi politici che da settant’anni ci stanno rovinando portandoci sull’orlo del collasso».
 

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