Udine, pochi stalli in ospedale a disposizione dei disabili

UDINE. Sono una quindicina i transfert di persone disabili che ogni giorno il servizio dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili effettua per il Santa Maria della Misericordia. Si tratta di un’attività organizzata in convenzione con il Comune nell’ambito del progetto «No alla SolitUdine» e rivolta agli associati, in cui i volontari si occupano - su prenotazione - del trasporto delle persone disabili che devono raggiungere l’ospedale di Udine.
Tante le richieste per il servizio di trasporto anche in considerazione del fatto che al nosocomio, soprattutto al mattino, i posti riservati ai disabili scarseggiano e difficilmente sono liberi.
«Gli stalli a strisce gialle andrebbero incrementati di almeno quattro, anche sei unità – sottolinea Roberto Trovò, presidente dell’Anmic cittadina –. Anche se nel parcheggio principale dell’ospedale, quello del pronto soccorso a pagamento, ci sono i posti ed è comunque assicurata la gratuità alle persone con handicap, si potrebbe ricavare altri due stalli dedicati, togliendone uno di quelli destinati alle ambulanze che ha già a disposizione altri spazi per i mezzi».
A denunciare la carenza di posteggi per le persone disabili anche una cittadina udinese, Maria Luisa Santi Benini: «Recarsi all’ospedale è diventata un’impresa anche per chi, come me, ha il permesso per i disabili. È una situazione gravissima – prosegue ancora la residente –, perché stiamo parlando di persone anziane o con difficoltà e quei pochi parcheggi che ci sono, sono sempre completi».
Impossibile trovare posto in una delle vie limitrofe e di fronte al padiglione d’ingresso, soprattutto al mattino, quando si concentrano le auto di chi si reca al nosocomio per visite e accertamenti o per andare a trovare parenti e amici ricoverati.
«Oltre alle persone con problemi motori, buona parte di coloro i quali si recano all’ospedale è anziana e dunque non è nelle condizioni di fare chilometri a piedi, a maggior ragione con stampelle o carrozzine – precisa ancora Maria Luisa Santi Benini –. Non tutti hanno la possibilità di prendersi un taxi e usufruire del servizio di trasporto che viene effettuato dai volontari. I parcheggi 1 e 2 sono sempre al completo, occorre mettersi in fila a volte, oppure tentare la sorte e cominciare a setacciare le vie limitrofe con la speranza di trovare qualcuno che se ne va e libera il posto auto. Gli unici liberi sono davanti ai cancelli, senza contare di quanto inquinamento si produce a girare a vuoto per decine di minuti».
Ogni mattina, all’ospedale, è la stessa storia: auto alla ricerca di un “buco”, parcheggi selvaggi che rendono difficile l’accessibilità ai posti riservati e alle strutture sanitarie. Più di qualcuno, infatti, sgarra e – preso dalla disperazione – lascia impropriamente l’auto negli stalli riservati ai disabili. «Il parcheggio di via Chiusaforte rimarrà libero, ma chi ci va laggiù – si chiede la residente –? Occorre trovare il modo di risolvere la situazione e creare più posti per le persone disabili».
Immediata la replica dell’azienda ospedaliera che indica come, attualmente, raggiunga la sessantina il numero di posteggi riservati agli invalidi. «La percentuale è ampiamente al di sopra della normativa – fanno sapere dall’ospedale – e naturalmente i posteggi sono assolutamente garantiti. La squadra di ispettori è sempre impegnata per individuare i furbetti e nell’eventuale rimozione della sosta impropria».
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