Cielo grigio e giostre vuote: il luna park di Udine parte con il freno a mano tirato

Weekend di pioggia e pochi visitatori in piazza I Maggio. I giostrai contestano la scelta del Comune: «Troppo pochi spazi, lo stadio restava la sede ideale»

Chiara Dalmasso

 

Il colore del cielo abbraccia tutte le sfumature del grigio. L’umore dei giostrai, al termine del primo weekend di apertura in piazza I Maggio, non è da meno. I loro volti scuri, che raccontano tre giorni di pioggia e scarsa affluenza, trasmettono un pessimismo generalizzato: anche se i prossimi due fine settimana fossero all’insegna del bel tempo, la sensazione è che, comunque, questo flop iniziale non sia recuperabile.

Poca affluenza

Tra le attrazioni, montate in piazza I Maggio dopo un lungo tira e molla tra il Comune e gli esercenti, che speravano di poter restare nel piazzale dello stadio, non c’è quasi nessuno: anche le luci e la musica paiono depotenziate, senza il vociare degli avventori entusiasti. L’unica costante, il profumo di frittelle e zucchero filato: i chioschi di dolciumi, del resto, sono gli unici che gioiscono del posizionamento in centro città del luna park di Santa Caterina: «Per noi è un vantaggio – dice Graziella Bossi, che con il suo torrone si è spostata da Torino a Udine per la fiera – perché qui c’è più passaggio, anche durante la settimana».

Il suo banco, una tradizione del luna park friulano, attira un bacino di clientela molto ampio: «Mio nonno veniva qui a inizio Novecento, con un tavolino in legno – continua –, ci sono persone che ogni anno arrivano apposta, per comprare il nostro torrone o assaggiare le altre leccornie che teniamo esposte».

Delusione e amarezza

Per il resto, tra i giostrai dominano delusione e amarezza. «Rispetto alle edizioni passate, quest’anno siamo a zero» confessano i fratelli Reccanello, titolari del consolidato bruco mela. «Spero soltanto che dipenda dal tempo – si augura Matteo Sartori, gestore della pista di autoscontri – ma un esordio con così poco guadagno, a Udine, non lo avevo mai visto».

Al clima poco felice di un weekend segnato, peraltro, dalla combinazione Halloween e Ognissanti, che, a detta dei giostrai, avrebbe dovuto portare più affluenza, si aggiungono le difficoltà logistiche: «Piazza I Maggio non è adeguata per il luna park – chiosa Sartori – e i continui cambi d’idea del Comune, che prima sembrava volesse concederci lo spazio di piazzale Argentina, per poi ritrattare e costringerci qui, oltretutto ad attrazioni dimezzate, non ci hanno dato il tempo di svolgere un’adeguata campagna pubblicitaria».

In polemica con l’amministrazione

Delle 78 attrazioni ipotizzate all’inizio – e l’anno scorso accolte nell’ampio piazzale Argentina, dove però le normative sulla sicurezza non consentono la concomitanza di spettacolo viaggiante ed eventi sportivi – l’ellisse sotto il colle del Castello ne ha ammesse soltanto 31, con cinque chioschi.

«Non ci diamo pace per le famiglie che sono rimaste escluse dalla graduatoria – dice Olga Tonini, titolare del castello delle streghe – vorrei vedere che cosa accadrebbe se qualcuno dell’amministrazione comunale restasse senza stipendio».

Il pensiero diffuso è che piazza I Maggio non sia adatta a ospitare un luna park: «Bisognerebbe trovare un compromesso con il Comune per tornare allo stadio, magari compattandoci un po’ per non escludere nessuno» suggerisce Roberto Ravelli, gestore del trenino montato davanti allo Stellini. «Qui in centro sappiamo di portare disagio, con il dimezzamento dei parcheggi e la deviazione della viabilità – aggiunge – al Friuli stavamo benissimo».

Precarietà e pregiudizi

Se alcuni invitano il Comune a riflettere sul fatto che «pure noi portiamo indotto e guadagni», altri si sentono vittima di pregiudizi con radici tanto remote quanto insensate: «Abbiamo l’impressione che la giunta voglia escluderci, che non ci sia alcuna volontà di trovare un accordo, ma dovrebbero invece ricordare che siamo esercenti come tutti gli altri, paghiamo le tasse e la licenza anche noi».

L’obiettivo è tornare a essere competitivi: «Avremmo bisogno di più attrazioni – dice Manuel Gregori, titolare del labirinto dei cristalli –, così potremmo abbassare i prezzi e tornare appetibili». L’unico raggio di speranza, arriva da Alberto Grandi, giovane gestore di un’attrazione a ostacoli: «Troppo presto per fare bilanci, aspettiamo di chiudere per parlare».

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