Udine, i turni degli infermieri dell'ospedale sul tavolo dell’ispettore del lavoro

UDINE. «Il registro dei turni degli infermieri dell’ospedale Santa Maria della Misericordia sono finiti sul tavolo dell’ispettore del lavoro.
A consegnarli nelle mani di chi dovrà controllare la loro regolarità sono stati i rappresentanti del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, stanchi di combattere contro l’organizzazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria soffocata da carenze e disservizi che quotidianamente interessano la degenza dei pazienti».
Questo scrive in una nota il segretario provinciale, Afrim Caslli, nell’elencare i reparti dove gli infermieri arrivano a fare anche 18 turni di reperibilità al mese quando per legge non dovrebbero superare le sei unità.
Alla vigilia dello sciopero nazionale dei camici bianchi, il sindacato fa il punto sulla mancata fusione tra ospedale e università al centro dell’atto aziendale che la Regione non ha ancora presentato per eliminare i doppioni. Ecco perché martedì, alle 13, il Nursind protesterà davanti al palazzo della Regione, a Trieste, contro la riforma della Sanità.
«La domanda non può che essere: A che punto è la riforma visto che a Udine i doppioni non sono ancora stati eliminati?» si chiede il vice segretario provinciale, Stefano Gigli, secondo il quale «la fusione tra ospedale e università non avviene per motivazioni politiche».
A sostegno della loro tesi Gigli ed Caslli si soffermano sulla situazione delle sale operatorie dove «l’attività fra specialità cliniche e ospedaliere continua a restare separata e il personale è costretto, da mesi, a turni di 14, 16 reperibilità a testa al mese. In Emodinamica si arriva a 18».
E ancora: «Le sedute operatorie non rispettano gli orari previsti e lo straordinario è diventato un fatto ordinario». Si soffermano inoltre sulla carente programmazione delle sedute operatorie che, spesso, superano la disponibilità dei posti necessari nelle rianimazioni e sullo sforamenti degli orari in cardiochirurgia dove gli infermieri accumulano decine di ore straordinarie.
Analoga la situazione in Neurospecialistica: qui si parla di «liste operatorie selvagge», mentre nella nuova terapia intensiva «non si riesce a trovare modalità operative condivise del personale assistenziale». Inevitabile la fuga del personale verso altre Aziende.
E se, si legge ancora nella nota , nella «Clinica di anestesia e rianimazione costantemente sotto organico», il personale si sobbarca anche la gestione dei parti cesarei urgenti in capo ad altri dipartimenti, a seguito della mescolanza fra più specialità, resta complicata pure la gestione delle aree semintensiva e ortopedica.
«Su queste problematiche più volte ci siamo confrontati con l’assessore regionale, Maria Sandra Telesca, ma nessuno si è preoccupato di cambiare gli assetti» aggiunge Caslli motivando così la decisione di consegnare i turni degli infermieri all’ispettorato del lavoro.
«E se anche questa azione non produrrà gli effetti sperati - conclude il sindacalista - ci rivolgeremo al prefetto e proclameremo lo stato di agitazione».
Mentre i rappresentanti sindacali del Nursind affilano le armi contro la Regione, domani, per l’intera giornata, i camici bianchi incroceranno le braccia.
«Potrebbero verificarsi alcuni disagi al momento non prevedibili nell’erogazione delle prestazioni» anticipa l’Azienda scusandosi per i possibili rallentamenti e assicurando le prestazioni urgenti. A rischio rinvio restano le visite di controllo, gli interventi chirurgici programmati e gli esami prenotati da tempo.
Alla protesta indetta a difesa del servizio pubblico hanno aderito tutte le sigle sindacali: Anaao, Assomed, Cimo, Araroi-Emac, Fp Cgil medici,Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti, Fials medici, Uil medici, Fimmg, Snami, Smi, Intesa sindacale, Simet-Sumai, Sumai,Fespa, Fimp, Cipe, Andi, Assomed-Sivemp.
Ma il segretario regionale degli anestesisti (Aaroi-Emac), Sergio Cercelletta, avverte: «In un ospedale dove la maggior parte del personale è impegnato in turni di guardia e notturni, l’adesione a un sciopero ben riuscito non può superare il 12 per cento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto