Udine, Giovanni Battista De Gasperi nel famedio del cimitero di San Vito

Comune di Udine, museo friulano di Storia naturale e Circolo speleologico e idrologico friulano hanno ricordato lo scienziato in occasione del 120° anniversario dalla nascita

UDINE. Si è conclusa con la cerimonia inaugurale di iscrizione nel famedio del cimitero urbano di San Vito la giornata dedicata alla memoria di Giovanni Battista De Gasperi, naturalista, geografo, geologo e soprattutto speleologo, scomparso a soli 24 anni sul fronte trentino. Lo scorso 18 aprile, in occasione del 120° anniversario della nascita dello scienziato udinese, il Comune di Udine e il museo friulano di Storia Naturale, in collaborazione con il circolo Speleologico e Idrologico Friulano, hanno voluto rendere omaggio a una figura storica della ricerca scientifica friulana e italiana.

Giovane di fervida intelligenza, De Gasperi compì gli studi universitari a Firenze alla scuola di Olinto Marinelli, laureandosi nel 1914 a soli 22 anni. Nel 1913 in qualità di naturalista e topografo partecipò alla spedizione di padre De Agostini nella Terra del Fuoco. Morì durante la Prima Guerra Mondiale, il 16 maggio 1916. Molteplici furono i suoi interessi scientifici: dalle problematiche geomorfologiche e geografiche, ai fenomeni glaciali, sino alle tipologie dell’insediamento friulano.

«De Gasperi apparteneva a un periodo storico in cui i friulani si sono distinti a livello italiano per competenze scientifiche – sottolinea l’assessore alla Qualità della città Lorenzo Croattini – e lui in questo senso rappresentava un esempio straordinario. Basti pensare che nei suoi pochi anni di vita ha portato a termine oltre 130 pubblicazioni scientifiche».

Un pensiero condiviso anche da Olinto Marinelli, che con il padre Giovanni fu il maestro di De Gasperi. «Non è possibile – afferma Marinelli – sottacere come la precocità e l’entità di una produzione tanto pregevole e frutto di una vita, purtroppo, così breve, non si possano spiegare soltanto con l’altezza dell’ingegno e con la instancabile attività, ma trovino una prima ragione nell’ambiente. In Friuli, attorno all’Istituto Tecnico, alla Società Alpina Friulana s’era venuto formando un centro di studi regionali con indirizzo geografico e naturalistico».

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