Tweet e insulti, gli udinesi si scoprono campioni di intolleranza

Donne, migranti, musulmani e omosessuali insultati attraverso il web
20091212 - ROMA - FIN - TLC: STOP INGANNI SU LOGHI E SUONERIE,ARRIVA CODICE CONDOTTA Stop agli inganni per chi acquista contenuti multimediali, in particolare loghi e suonerie, per i telefoni cellulari. Dopo le mega multe dell'Antitrust, che in tre anni ha comminato sanzioni per oltre 9 milioni di euro, operatori telefonici e fornitori di contenuti hanno firmato - secondo quanto apprende l'ANSA - un codice di condotta che impedira' pratiche commerciali scorrette e pubblicita' ingannevole. L'intesa avra' un occhio particolarmente attento nei riguardi degli adolescenti, grandi utilizzatori di questi servizi che in molti casi 'prosciugano' la carta pre-pagata in un batter d'occhio.ANSA ARCHIVIO/FRANCO SILVI/CRI
20091212 - ROMA - FIN - TLC: STOP INGANNI SU LOGHI E SUONERIE,ARRIVA CODICE CONDOTTA Stop agli inganni per chi acquista contenuti multimediali, in particolare loghi e suonerie, per i telefoni cellulari. Dopo le mega multe dell'Antitrust, che in tre anni ha comminato sanzioni per oltre 9 milioni di euro, operatori telefonici e fornitori di contenuti hanno firmato - secondo quanto apprende l'ANSA - un codice di condotta che impedira' pratiche commerciali scorrette e pubblicita' ingannevole. L'intesa avra' un occhio particolarmente attento nei riguardi degli adolescenti, grandi utilizzatori di questi servizi che in molti casi 'prosciugano' la carta pre-pagata in un batter d'occhio.ANSA ARCHIVIO/FRANCO SILVI/CRI

UDINE. Campioni di intolleranza. Il lessico dell’odio è protagonista nei tweet dei friulani e assegna a Udine al primo posto per manifestazioni sessiste, islamofobe, omofobe e razziste.

Il primato è stato decretato dall’indagine condotta da Vox – Osservatorio italiano sui diritti, in collaborazione con le università di Milano, Bari e La Sapienza di Roma.

Cinguettii friulani

Se, come è comprensibile, a svettare per numero di tweet intolleranti in assoluto sono le grandi città come Roma e Milano, disaggregando i dati e rapportandoli alla popolazione residente si scopre che il totale dei “cinguettii” intolleranti in rapporto alla popolazione a Udine è del 2,07%, vale a dire quasi il doppio di Milano che si attesta all’1,16%, Firenze con lo 0,80% seguita da Napoli allo 0,76, Roma allo 0,72, mentre città come Matera non vanno oltre lo 0,16%.

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Udine 22 Aprile 2016 elezione presidente UTI Copyright Petrussi Foto Press / Turco

La pratica dell’insulto

“Terroristi”, “ritardati”, “negri”, “puttane”, “froci”. Il frasario degli intolleranti online si accanisce sulle donne, ma non è tenero con i migranti e, in particolare gli islamici. Ogni occasione è buona per scatenare gli istinti più bassi. La presidente Serracchiani parla di riforma sanitaria?

I commenti sessisti, fra gli oppositori, si sprecano. La gente scende in piazza Matteotti per promuovere il ddl Cirinnà? È uno stillicidio di insulti. Qualcuno propone biglietti gratis per i profughi dalla stazione alla caserma Cavarzerani? È con il turpiloquio che si dà la stura ai più bassi istinti. Senza esclusione di colpi.

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L’obiettivo è capire

Al secondo anno di rilevazione, la mappatura consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che vengono considerati “sensibili” e identifica le zone in cui l’intolleranza è maggiormente diffusa, cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che offrono.

«Il senso del progetto e consentire azioni efficaci di prevenzione sul territorio – è la presentazione di Silvia Brena, giornalista, co-fondatrice di Vox – Conoscere le zone in cui l’intolleranza è più alta e quali sono le sue diverse declinazioni, consente alle amministrazioni pubbliche di costruire progetti ad hoc, per esempio nelle scuole e nelle zone considerate più a rischio.

Perché imparare a usare le parole giuste, parole capaci di elaborare emozioni e non lanciate come mattoni addosso agli altri, apre al confronto e all’inclusione».

È così che la Mappa dell’intolleranza anno 2 dovrebbe rappresentare un chiaro segnale per la politica e per le istituzioni: i diritti non si garantiscono solo sulla carta, ma è necessario agire sul contesto culturale con azioni concrete e di prevenzione.

I miti da sfatare

In 140 caratteri minacce, insulti omofobi o razzisti, commenti sessisti o immagini private pubblicate per vendetta viaggiano veloci e un retweet dopo l’altro formano una comunità virtuale allargata in cui l’“hate speech”, il linguaggio dell’odio, rompe gli argini.

L’assenza di interazioni fisiche, di contatto visivo, la condivisione di espressioni facciali e il tono di voce annulla le censure e cancella le mediazioni. Eppure, sorprende la capacità di Udine di aggregare una concentrazione insulti via tweet che si eleva a distanza siderale da quella di tutte le altre città campionate.

Cavalcando vecchi luoghi comuni, ci si poteva aspettare in qualche centro particolarmente conservatore al Sud il primato dei commenti offensivi nei confronti delle donne, siano esponenti della politica, che del mondo della cultura o dello spettacolo.

E invece no: oltre 1.269 sui 2.054 tweet negativi complessivi sono stati riservati al “gentil sesso”.

E se, a rigor di logica, sembra sensato ipotizzare che l’onda lunga dei cinguettii sgradevoli nei confronti degli extracomunitari dilaghi in Calabria, Sicilia e, in genere, nelle regioni che rappresentano il primo approdo per i migranti via mare, stupisce pensare che, ancora una volta, è Udine, terra che ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’emigrazione, a offrire il peggio di sè, sintetizzando in 140 caratteri tutto il disprezzo per lo straniero, con 253 tweet, cui se ne aggiungono altri 181 contro gli islamici, apostrofati come “terroristi”, “tagliagole”, “jihadisti”, “beduini”.

E dire che città come Palermo, che hanno sei volte gli abitanti di Udine, ne hanno solo pochi di più.

Colpiti anche i disabili

Non mancano epiteti irripetibili contro gli omosessuali, veicolati da 127 messaggi, contro i disabili che ne totalizzano 106 e contro gli ebrei, con 18. Sono stati analizzati 2.659.879 tweet, rilevati tra agosto 2015 e febbraio 2016, considerando 76 termini sensibili.

Tra questi, 112.630 sono stati i tweet negativi geolocalizzati. Un campione che non ha la pretesa di rappresentare l’intera popolazione friulana, anche perché non coinvolge gli stati personali espressi via Facebook o Google+. Ma è più che sufficiente per suscitare una riflessione e stimolare politiche di accettazione “dell’altro” più efficaci.

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