Turista solitario in Iran: «Ho visto i disordini»
«Mi tengo alla larga dai contestatori». I social sono bloccati: «Non cambio i programmi»
![In this photo taken by an individual not employed by the Associated Press and obtained by the AP outside Iran, a university student attends a protest inside Tehran University while a smoke grenade is thrown by anti-riot Iranian police, in Tehran, Iran, Saturday, Dec. 30, 2017. A wave of spontaneous protests over Iran's weak economy swept into Tehran on Saturday, with college students and others chanting against the government just hours after hard-liners held their own rally in support of the Islamic Republic's clerical establishment. (ANSA/AP Photo) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/e4e119ba-5194-4605-9b15-be896803c21d/0/non-si-fermano-le-violenze-in-iran-almeno-12-morti.webp?f=16%3A9&w=840)
In this photo taken by an individual not employed by the Associated Press and obtained by the AP outside Iran, a university student attends a protest inside Tehran University while a smoke grenade is thrown by anti-riot Iranian police, in Tehran, Iran, Saturday, Dec. 30, 2017. A wave of spontaneous protests over Iran's weak economy swept into Tehran on Saturday, with college students and others chanting against the government just hours after hard-liners held their own rally in support of the Islamic Republic's clerical establishment. (ANSA/AP Photo) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]
Da qualche giorno è a Shiraz, a sud del Paese, dopo essere stato a Isfahan e Teheran, e lascerà l’Iran, come da programma, tra una settimana, «salvo complicazioni». Lui è un viaggiatore indipendente pordenonese con oltre cinquanta stati visitati all’attivo: manteniamo l’anonimato per motivi comprensibili. Le proteste l’hanno «sfiorato», l’altro ieri, ma «già questa mattina era tutto tranquillo, anche perché non è che ci vanno per il sottile».
Il nostro pordenonese parla di un «Iran pieno di turisti, soprattutto francesi», un contesto surreale, dove, appunto, chi è in vacanza si mescola con coloro che stanno protestando da sei giorni tra 23 morti e 450 persone arrestate.
Il 90 per cento dei fermati, precisa il ministero dell’Interno iraniano, è composto da teenager e da giovani con un’età media di 25 anni: in poco meno di una settimana la protesta è dilagata in 50 città in tutto il Paese. Eppure «tutto funziona senza problemi. A parte i social, che sono bloccati. Per il resto, il Paese va avanti». Un Paese meraviglioso e singolare, «dove trovi elementi moderni ed altri marcatamente religiosi: e, nonostante questo, non mancano Coca Cola e Apple “spopolano”. La mia impressione è che la gente parli mal volentieri di quello che sta accadendo e spesso tende a sminuire».
Ma le proteste ci sono, eccome: «Anche nella città dove mi trovo ci sono state, ma me ne sono tenuto ben lontano. Oggi, però, era già tornata la normalità».
Qualche impressione: «Incredibile che vi sia ancora la Commissione tra storia e modernità così come stupisce che accanto all’artigiano che produce oggetti in miniatura vi sia il venditore dei cellulari di ultima generazione».
Il nostro turista si trova in Iran da solo, «partito senza programmi, con il solo scopo di visitarlo. Non è difficile essere turisti qui, perché mi trovo in un Paese molto organizzato e la gente è gentilissima». Gente che ha riferito di avere gradito il discorso del presidente, un po’ meno quello del leader religioso. «Oltre che con la gente del posto ho parlato anche con altri turisti: non sono preoccupati anche perché, così come me, hanno semplicemente evitato di andare in quelle zone dove sono in corso le proteste». La Repubblica islamica dell’Iran – eterna rivale della monarchia del Golfo nella regione – sostiene che dietro le contestazioni vi sia lo zampino di Riyad. La repressione del regime, ad ogni modo, continua all’insegna del pugno di ferro.
(e.l.)
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