Turchet: «Io in consiglio? Non lo escludo»

PORCIA. Da quasi vent’anni in amministrazione a Porcia, metà dei quali ricoprendo il ruolo di primo cittadino, il sindaco uscente Stefano Turchet traccia un bilancio dell’ultimo quinquennio di governo, tra crisi economica, opere pubbliche da avviare e questioni lasciate aperte. Si ricandiderà in consiglio comunale? Forse no, ma sosterrà il candidato della Lega Nord che potrebbe correre in solitaria al primo turno elettorale.
Elezioni. «Non avrei più voluto fare il sindaco, anche qualora ci fosse stato il terzo mandato. Ciò non significa che mi chiami fuori dalla politica purliliese: lavorerò con il mio partito per il candidato. Non escludo che al primo turno la Lega e le altre forze di centrodestra si presentino con due nomi diversi, così come non escludo di propormi come consigliere. Tuttavia, potrei anche non ripresentarmi, per riprendere in mano la mia attività lavorativa».
Lavoro. «I futuri amministratori si troveranno ad affrontare una questione sociale molto grave, legata alla disoccupazione. La ventilata chiusura di Electrolux e le ripercussioni sull’indotto e sulle piccole realtà industriali del territorio sono problemi sovracomunali, ma ci vogliono persone capaci a tutti i livelli. La classe politica dà priorità a Roma: concordo con la Serracchiani quando dice che Zanonato è inadeguato a gestire la situazione. Il Governo non ha potere contrattuale nei confronti di Electrolux, che non lo riconosce come un interlocutore all’altezza e degno di rispetto».
Discarica. «Senza andare in contenzioso con la General Beton, abbiamo portato a casa risultati importanti contestualmente alla decisione della Regione di concedere l’ampliamento del sito di stoccaggio per l’amianto di Sant’Antonio. Grazie anche alle sollecitazioni del Pd, abbiamo ottenuto il riconoscimento di un indennizzo annuale, una serie di opere di viabilità e asfaltature, il potenziamento dell’acquedotto, il conferimento gratuito per i cittadini e, se andrà come prevediamo, anche per le industrie. Inoltre, una volta riempita, l’area sarà ripiantumata e ceduta al Comune».
Polo scolastico. «Un’opera nella quale crediamo, che potremmo finanziare se non ci fosse il vincolo del patto di stabilità. Siamo un Comune virtuoso nel proprio bilancio: in meno di dieci anni abbiamo dimezzato l’indebitamento, portandolo da 18 a 9 milioni di euro. Tuttavia, pur avendo la capacità di sostenere un mutuo, non possiamo farlo: paghiamo l’incapacità di chi gestisce municipi non virtuosi».
Miroslava Pasquali
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