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Personalità intensa, sfaccettata. Sfuggente, a tratti. E senza dubbio affascinante: la figura di Pier Paolo Pasolini rappresenterà uno dei pilastri del festival, scandagliata da un’indagine artistica...

Personalità intensa, sfaccettata. Sfuggente, a tratti. E senza dubbio affascinante: la figura di Pier Paolo Pasolini rappresenterà uno dei pilastri del festival, scandagliata da un’indagine artistica in cui dominerà, sovrana, la Scuola Paolo Grassi. È infatti il prestigioso istituto milanese a firmare, in coproduzione con Mittelfest, Vivo e Coscienza, uno dei debutti più attesi della rassegna (domenica 14, alle 22) e non solo, dal momento che si tratta di operazione senza precedenti. Con questo lavoro approda sul palcoscenico, per la prima volta, l’unica opera ideata da Pasolini in forma coreografica. Concepita per la Biennale del 1963 – era prevista la collaborazione di Bruno Maderna, di Laura Betti e di Maurice Béjart –, il testo rimase incompiuto: quattro fogli dattiloscritti – di straordinaria chiarezza – sulle sorti del Paese, in un irrisolto dialogo tra Vivo, appunto (il corpo), e Coscienza (la mente). Ora questo affresco sull’identità della civiltà contemporanea si completa e si anima – nelle forme studiate dal coreografo di fama internazionale Luca Veggetti – per il pubblico del festival: protagonisti i giovani danzatori della Paolo Grassi, che si muoveranno su sonorità studiate da Paola Aralla; la voce sarà quella di Francesco Leonetti, poeta, amico di Pasolini e attore in alcuni suoi film (un esempio per tutti: fu narratore in Uccellacci uccellini). Ma del maestro si indagheranno anche i primi anni, quelli della spensieratezza: Antonio Calenda porta a Mittelfest la première Una giovinezza enormemente giovane, produzione (su testo di Gianni Borgna) del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. A segnare l’incipit, d’impatto, dello spettacolo sarà un colpo nel buio, su un sottofondo musicale. I riflettori, quindi, illumineranno un corpo a terra: in scena Roberto Herlitzka, uno dei più intensi interpreti offerti dal panorama teatrale italiano. Il “circuito” pasoliniano include, inoltre, una promettente lettura scenica (PPeP Dialogo sulla scomparsa delle lucciole: idea di Annalisa Cosentino e Luigi Reitani, drammaturgia di Andrea Collavino) incentrata su un immaginario confronto – carico di messaggi e implicazioni – tra l’autore e Peter Handke. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:mittelfest 2013

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