Truffò il parroco per oltre 104 mila euro: condannato a due anni e mezzo

BUDOIA. Due anni e sei mesi di reclusione. È la condanna inflitta dal giudice Andrea Scorsolini a Johnny Hudorovich, 49 anni, nativo di Bologna e residente a Brugnera, per truffa pluriaggravata ai danni del parroco pro tempore di Budoia, don Maurizio Busetti.

Ai carabinieri di Polcenigo il sacerdote ha riferito di aver concesso prestiti all’imputato, nell’arco di tre anni, dal 2014, per un esborso complessivo di 104.258 euro. All’ultima consegna di contanti, 2.200 euro, avvenuta il 2 agosto 2017, Hudorovich è stato bloccato con i soldi in tasca a bordo della sua auto nei pressi della canonica di Dardago dai carabinieri di Polcenigo e del Norm di Sacile.

Il parroco si è rivolto all’Arma alla fine di luglio 2017. Gli inquirenti hanno ricostruito che il sacerdote conosceva il padre di Johnny, che aveva eseguito lavori di lucidatura di argenterie e altri beni ecclesiastici. L’imputato, secondo il pm, avrebbe approfittato della fiducia riposta dal sacerdote nel padre.

Ecco la ricostruzione dell’accusa. Johnny Hudorovich, di etnia sinti, ha raccontato al parroco di voler migliorare la sua posizione sociale e aprire un’attività di rivendita di auto usate in proprio. Per farlo, però, aveva bisogno di denaro, che non aveva.

Convinto della bontà del progetto, il sacerdote gli ha fornito a più riprese denaro in contanti, prelevato dal suo conto personale, a titolo di prestito. Il parroco era persuaso che, una volta avviata l’attività di compravendita, i soldi gli sarebbero stati restituiti. Quando ha realizzato l’entità della somma elargita, nel luglio 2017, il sacerdote ha chiesto a Hudorovich la restituzione del prestito.

Il prete ha riferito agli inquirenti che Hudorovich gli ha chiesto altro denaro, prospettandogli che se gli affari nella compravendita di veicoli gli fossero andati male, avrebbe coinvolto anche il sacerdote nei suoi guai finanziari e lo stesso sacerdote si sarebbe ritrovato in uno scandalo, come persona e uomo di chiesa. È a quel punto che il prete è andato dai carabinieri.

Lunedì 15 la sentenza di primo grado. Tre le circostanze aggravanti contestate dal pm Federico Facchin a Hudorovich: il danno patrimoniale di rilevante entità, l’aver commesso la truffa ai danni di un ministro di culto cattolico, l’aver ingenerato nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario. Il sacerdote non si è costituito parte civile. L’avvocato Alessandro Magaraci, che ha assistito l’imputato, valuterà il ricorso in appello. —



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