Lignano 180° riscrive la città tra spazi comuni e verde: «Il territorio sarà più vivibile»
Il festival è nato nell’ambito del progetto co-finanziato dall’Unione europea Mission Ce Climate. «Le tematiche che sono state affrontate sono importanti per la nostra attrattività turistica»

Partecipazione, condivisione, confronto e divulgazione sono le linee tracciate da Lignano 180°, in questa sua prima edizione appena conclusa con oltre 900 presenze in due giorni. Numerosi cittadini e professionisti hanno partecipato alle visite guidate nel cantiere di Terrazza Mare, al bosco di Riviera Nord e nell’impianto di trattamento e recupero dei rifiuti spiaggiati. Un’iniziativa gratuita voluta dagli organizzatori, Comune di Lignano e Ape Fvg, per avvicinare il pubblico alle tematiche urbane e ambientali.
Le strategie
Il festival è nato nell’ambito del progetto co-finanziato dall’Unione europea, una delle azioni pilota insieme al percorso partecipativo per la rigenerazione di Porto Casoni, oltre alle future azioni collegate al piano del verde.
L’intento è proprio quello di adottare strategie integrate e inclusive che producano soluzioni in grado di rendere i sistemi sociali, ambientali ed economici pronti a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Una progettualità di respiro europeo, in cui Lignano è una delle sei aree coinvolte insieme a Dornbirn (Austria), Košice (Slovacchia), la Regione spalatino-dalmata (Croazia), Maribor (Slovenia) e la regione di Pforzheim (Germania).
Progetti made in Lignano
I progetti presentati nella seconda giornata – Porto Casoni, la cittadella dello sport, il piano del traffico, la riqualificazione di piazze e strade, Faro Rosso e Terrazza Mare – cubano oltre 40 milioni di euro, tra fondi regionali e comunali e per Dario Costi, professore di architettura e urbanistica all’Università di Parma, hanno «strategie notevoli che portano l’attenzione sulla città di Lignano da tutta Italia per tre ragioni: la rigenerazione urbana; il climate change e l’attenzione sull’innovazione. Qui si lavora su questi tre temi in modo intraprendente mettendo a valore comune anche le difficoltà che si incontrano».
Porto Casoni
La progettazione partecipata permette da un lato la raccolta dei bisogni e dei desiderata della cittadinanza, dall’altro il coinvolgimento e il conseguente senso di proprietà sul progetto stesso. L’esperienza di Porto Casoni sembra aver realizzato al meglio tutto questo, dando vita a un masterplan molto apprezzato. «È stato un lungo percorso tecnico e politico, che parte da un continuo confronto del territorio e in cui le idee di ogni individuo sono importanti per la comunità» ha raccontato Stefano Carbone, psicologo di comunità e coordinatore del processo partecipato.
«Un luogo importante per i residenti, non un semplice parcheggio ma una piazza e un punto di riferimento per associazioni e cittadini. L’ascolto ci ha permesso di lavorare ad un progetto specifico e adatto per quel luogo, dalla viabilità alle necessità specifiche delle associazioni, senza dimenticare l’elemento ambientale» ha commentato l’architetto Mauro Sarti, dello studio Archpiùdue e progettista del masterplan.
«Un’esperienza importante di co-progettazione – ha sottolineato – in cui la comunità svolge un ruolo cardine, senza dimenticare un approccio più spirituale ma importante: la speranza di uscire da un parcheggio e di continuare a vedere un bel paesaggio, quindi interventi non solo pratici ma anche poetici».
Traffico e rigenerazione urbana
La qualità dello spazio pubblico e la mobilità sostenibile possono guidare la rigenerazione urbana come strumento per dare spazio alle persone e per vivere in modo nuovo la città. Un confronto sulla riqualificazione di piazze e strade che ha coinvolto lo Studio Arbau, redattore del progetto di piazza Marcello D’Olivo; lo Studio 120 Grammi, redattore del progetto di Via Porpetto e lo studio Made Associati, che ha firmato il Lungomare Riva.
Attraverso esempi concreti, hanno condiviso obiettivi e strategie per interventi su piazze, strade e lungomari: soluzioni innovative per una città più vivibile e resiliente.
Il bilancio della prima edizione
«Aver portato al Parco Unicef tanti professionisti e cittadini interessati allo sviluppo della nostra città, con un approccio sperimentale, è stata una sfida. Una prima edizione in cui si è discusso del futuro di Lignano e – in modo più generale – sui futuri possibili delle nostre aree urbane, condividendo buone pratiche e criticità. Da domani lavoreremo tutti insieme alla prossima edizione convinto che le tematiche affrontate siano importanti per la nostra attrattività turistica e per rendere il nostro territorio sempre più vivibile e bello» ha detto Marco Donà, assessore lavori pubblici del Comune di Lignano Sabbiadoro.
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