Truffe del finto avvocato, due arrestati Una vittima era stata colta da malore

Padre e figlio di Secondigliano, in provincia di Napoli, sono stati arrestati ieri mattina nell'ambito dell'operazione “Jackal” dai carabinieri di Portogruaro, che hanno disarticolato un'organizzazione criminale dedita alle truffe agli anziani. Due i denunciati. Undici i colpi messi a segno, da ottobre 2017 allo scorso gennaio, di cui tre nel Friuli occidentale: due a San Vito, il 7 e 30 novembre, e uno a Casarsa, anche in questo caso il 30 novembre. Il giorno successivo hanno messo a segno l'ultimo colpo in regione, a Martignacco.
Gli arrestati sono Ciro Gallo, 52 anni, e il figlio Mario, 29 anni. Ieri mattina, i dettagli dell'operazione sono stati illustrati nella caserma Iberati di Portogruato. Il gip della Procura di Pordenone Monica Carraturo ha emesso i mandati di cattura su richiesta del pm Pier Umberto Vallerin. L'indagine è parallela a un’operazione analoga, che il 15 giugno ha portato a Giuliano, nel Napoletano, all’arresto di Leonardo Musdace, 22 anni, ed Eduardo Cannavacciuolo, 34 anni. Quest'ultimo è stato riconosciuto come uno dei telefonisti con i quali i Gallo collaboravano per estorcere il denaro alle vittime.
Si spostavano a centinaia di chilometri di distanza per non farsi scoprire e utilizzavano automobili attraverso servizi a noleggio. Grazie a una squadra di telefonisti, facevano contattare, consultando gli elenchi, persone che, in base al nome, apparivano vulnerabili. Ogni giorno effettuavano 120 tentativi. I telefonisti si spacciavano per avvocati o carabinieri: riferivano che il figlio del loro interlocutore era stato arrestato per aver causato un incidente o era rimasto vittima di uno scontro. Nel primo caso facevano riferimento al pagamento di una cauzione, nell'altro al saldo per le pratiche assicurative. Carpita la fiducia della vittima, e facendo leva sulla loro emotività, i banditi entravano in azione. Hanno colpito anche a Squinzano e Taranto, in Puglia, e nel Veneziano, a Ceggia, San Stino, San Donà e Scorzè. Il primo colpo messo a segno nel Pordenonese è stato il secondo in ordine di tempo. A San Vito si erano fatti consegnare, il 7 novembre, mille euro in gioielli, portandoli via a una donna di 85 anni. Il 30 novembre, i malviventi avevano agito per la seconda volta a San Vito. Una 80enne, dopo aver ricevuto una telefonata da un sedicente maresciallo dei carabinieri, aveva accusato un malore dopo che il truffatore gli aveva riferito che il figlio era rimasto coinvolto in un grave incidente. L'anziana era stata ricoverata in ospedale.
Il giorno stesso, la banda aveva agito anche a Casarsa. A una signora di 75 anni, presente ieri in caserma a Portogruaro, avevano portato via 1.500 euro in contanti e gioielli. Inoltre, i malviventi le avevano sottratto la tessera bancomat, facendosi consegnare il codice: in questo modo, erano riusciti a prelevare 400 euro. Per questo motivo sono stati accusati – per l’episodio di Casarsa – di indebito utilizzo di carte di credito. A Martignacco, infine, l’1 dicembre avevano portato via 2.250 euro a un uomo di 86 anni. —
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