Travolse e uccise due sorelle, processo prescritto

SACILE. Non ci sarà il processo bis per il conducente del furgone che, il pomeriggio del 5 luglio 2004, investì cinque bambine, di cui due persero la vita, a Sacile.
Il complesso iter giudiziario, dopo dieci anni, si chiude con un’ordinanza del giudice che ha dichiarato prescritto il reato. Quel pomeriggio, Giuseppe Polese, oggi 73enne, stava percorrendo via Natisone, una traversa di via Ronche. Fu colto da malore e il suo furgone, sebbene a bassa velocità, centrò le bimbe: Elisa e Paola Zanette, sorelline di 8 e 10 anni, morirono poco dopo a causa delle ferite riportate.
Il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti ha valutato prevalenti le attenuanti generiche sull’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza stradale, ha riconosciuto l’età avanzata, lo stato di salute compromesso (e dimostrato) già all’epoca e l’incensuratezza dell’uomo ora pensionato nonché il danno risarcito. Quindi i termini di prescrizione per l’omicidio colposo plurimo sono stati quantificati in sette anni e mezzo e non quindici, per la precisione sono scaduti il 5 gennaio 2012.
Giuseppe Polese, residente a Caneva, era stato rinviato a giudizio il 5 dicembre scorso, dopo che il tribunale lo aveva assolto il 10 dicembre 2009. All’epoca, però la sentenza era stata impugnata in Corte d’appello dall’allora procuratore di Pordenone Luigi Delpino: i giudici di secondo grado avevano disposto l’annullamento del verdetto e la restituzione degli atti alla Procura per la riformulazione del capo di imputazione.
In sostanza, col nuovo rinvio a giudizio il giudice ordinava che fosse la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Marco Zucchiatti, a dimostrare che il malore di cui Polese era stato vittima e che era all’origine dell’incidente, fosse avvenuto prima dell’impatto. Nel primo processo, invece, era stata contestata l’aggravante della violazione della regola stradale, lo sbandamento, avvenuta a causa del malore. A Polese era “rimproverato” di essersi messo alla guida nonostante le condizioni climatiche avverse e la stanchezza, e su questi presupposti era stato assolto.
Dopo l’impugnazione era stata ordinata la modifica del capo di imputazione: il malore non era più dato per scontato e la difesa doveva dimostrare che era avvenuto prima dell’incidente e che ne era stato la causa.
Il giudice, ieri, ha valutato le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante e quindi ha dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
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