Traffico e impatto sull’ambiente: «No all’impianto di biometano a Pagnacco»
Il sindaco Sandruvi si appella a tutte le forze politiche: serve coesione. Continua la mobilitazione del comitato

Una presa di posizione forte. A difesa del territorio e di due comunità, quelle di Modoletto e Fontanabona. Per dire no all’impianto di biometano – con le opere e le infrastrutture annesse – che si vuole realizzare in un’area dall’alto valore naturalistico. Il sindaco di Pagnacco Laura Sandruvi è intervenuta in consiglio comunale sul caso.
«Ho partecipato, assieme ai funzionari tecnici – ha riferito – alla Conferenza dei servizi interlocutoria tenutasi il 21 luglio, convocata dalla Direzione centrale difesa ambiente, energia e sviluppo sostenibile. In merito alla richiesta di osservazioni, abbiamo nuovamente evidenziato tutte le preoccupazioni riguardanti la sicurezza, il traffico e l’impatto ambientale. In questa fase interlocutoria non è stato possibile ottenere chiarimenti tecnici specifici, per mancanza di completezza delle relazioni della società proponente».
L’area interessata da questo nuovo progetto (dopo che il precedente, previsto più a Sud in via Des Giavis era stato ritirato), ricade «nell’anfiteatro morenico, un’area caratterizzata da elevati valori ambientali e beni di pregio architettonico, storico e visivo – continua Sandruvi –, soprattutto per il sistema delle visuali panoramiche di rilievo. La zona individuata dai proponenti della Pagnacco Bio Metano è classificata come terreno agricolo non edificabile e parzialmente sottoposta a tutela ambientale secondo il piano regolatore del Comune di Pagnacco».
L’insediamento proposto risulta, dunque, «altamente impattante e manca di un’adeguata accessibilità stradale. Non è stata presentata alcuna soluzione progettuale per un accesso dedicato, aspetto che riteniamo una grave incompletezza procedurale. Non è stata definita alcuna connessione con la viabilità ordinaria, né sono stati indicati i flussi di traffico giornalieri in entrata e uscita, così come la tipologia dei mezzi impiegati».
Sandruvi ha poi sottolineato in aula che il progetto «ammette esplicitamente la presenza di emissioni odorigene non convogliate dalle trincee di stoccaggio della biomassa, tuttavia non è stato presentato alcuno studio previsionale di dispersione degli odori e sull’impatto acustico. Considerando la presenza nella zona di attività agricole, agrituristiche e di ristorazione, si configura un reale rischio di emissioni sgradevoli, con possibile pregiudizio per il diritto alla salubrità dell’ambiente e alla proprietà privata».
Sandruvi ha poi sollecitato i capi gruppo di minoranza affinché «si possa condividere una posizione unanime con i gruppi di maggioranza. ll capo gruppo di Fratelli d’Italia Daria Blasone ha abbandonato l’aula, come in precedenza durante la convocazione capigruppo e come durante il precedente Consiglio. Auspico comunque che tutte le forze politiche riconoscano l’importanza di tutelare in modo compatto la sicurezza, l’ambiente e la qualità della vita nel nostro territorio. Confido in una risposta positiva e tempestiva, essenziale per affrontare con responsabilità e coesione questo procedimento».
Intanto cittadini delle due frazioni si sono costituti in un comitato facendo fronte comune. Sono stati appesi striscioni e cartelli di protesta contro l’impianto di biometano all’esterno delle case e dei cortili. È stata inoltre presentata la richiesta di accesso agli atti in Regione per fornire alla popolazione tutte le informazioni nel più breve tempo possibile. Il comitato ha inoltre richiesto di partecipare alla Conferenza dei servizi, così da portare direttamente in Regione le osservazioni della cittadinanza e dei professionisti che lo supportano. A breve sarà avviata una raccolta firme. —
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