“Tradito” dall’allarme mentre ruba soldi e gelati al bar
Quasi due anni dopo, ci ricasca. E’ stato nuovamente arrestato Fulvio Isacchi, 47 anni, pregiudicato di Pordenone. Nel settembre 2012 aveva tentato un furto alla pasticceria Biancolin, in via San Quirino, ed era stato subito bloccato perché un passante aveva notato il suo fare sospetto. L’altra sera ha puntato ad un altro bar, il “Lime Caffè” di via Montereale, in questo periodo chiuso per ferie.
Sfortuna sua ha voluto che scattasse l’allarme proprio quando stava passando una volante della questura, i cui agenti, dopo una colluttazione, lo hanno bloccato. Portato in carcere, sarà processato stamattina per direttissima. Il pubblico ministero Maria Grazia Zaina gli contesta le ipotesi di reato di furto aggravato, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Alle 23.10 di giovedì una pattuglia delle volanti stava transitando in via Montereale quando è scattato l’allarme al Lime (locale che si trova davanti al parcheggio dell’ospedale). In quel frangente dal bar stava uscendo Fulvio Isacchi: dopo avere spintonato gli agenti (uno è caduto durante la concitata fase dell’inseguimento procurandosi cinque giorni di prognosi) aveva cercato di dileguarsi a piedi.
Bloccato, è stato arrestato in quanto era appena uscito dal bar chiuso per ferie (si era introdotto forzando la porta) è stato accertato che si era impossessato di 400 euro del fondo cassa e di diversi gelati, che aveva nascosto dentro la maglietta, per un valore di 20 euro.
La refurtiva è già stata restituita. Accompagnato in carcere, il 47enne verrà processato stamattina per direttissima.
Fulvio Isacchi, dunque, ci ricasca dopo due anni. La sera del 10 settembre 2012 era stato arrestato per tentato furto aggravato ai danni della pasticceria Biancolin. Un cittadino aveva allertato il 113 poiché nell’esercizio pubblico aveva notato aggirarsi un uomo con fare sospetto. Sul posto era stata inviata la volante: l’uomo aveva preso a calci la porta dell’esercizio commerciale, infrangendone il vetro, e poi si era introdotto. All’arrivo della polizia aveva tentato, invano, di fuggire.
Nel processo per direttissima nel tribunale di Pordenone aveva patteggiato sei mesi e venti giorni di reclusione, e il giudice non aveva concesso la sospensione condizionale della pena. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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