Tra i 100 mila anche un caporal maggiore di nome Bergoglio

UDINE. Il Papa ha detto di aver appreso dell’immane tragedia della Prima guerra mondiale «dalle labbra di mio nonno, che combattè sul Piave».
E che fu tra i fortunati che riuscirono a tornare a casa, nell’Astigiano, visto che potè raccontare, al nipote Jorge Mario, le vicende terribili di trincee, assalti notturni, ritirate, avanzamenti, con il nemico sempre a pochi passi.
Ma tra i 100 mila Caduti (più di 60 mila gli ignoti) sepolti nel sacrario di Redipuglia, quel nome, Bergoglio, è presente. Lo si desume dalla ricerca on line nell’Albo d’oro delle vittime della Grande Guerra, la certezza viene dagli stessi addetti di Redipuglia, che scartabellando nei libroni cartacei, lo hanno individuato.
Si chiamava Adolfo Bergoglio, era nato a Torino nel 1885 (piemontese come il Pontefice), caporal maggiore in forze al 140esimo fanteria. Fu ferito a morte, durante un combattimento, nell’ottobre del 1916 (la data del decesso è controversa, in un volume si scrive l’11, nell’altro il 13) nella zona di Pietrarossa, poco distante da Redipuglia.
Tanto che la sua prima tomba fu proprio il cimitero di guerra di quella minuscola località carsica. Poi, una volta costruito il monumento, le sue spoglie furono traslate nel sacrario. Quello di Adolfo Bergoglio è il loculo numero 3.363 e si trova nel secondo gradone. (m.ce.)
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