Torna l’invasione delle zecche: ecco i consigli per proteggersi

La Regione Fvg lancia una campagna informativa a causa della diffusione degli insetti. Il morso può costituire una insidia per la salute. Durante le escursioni è preferibile coprirsi

UDINE. L’estate non è ancora arrivata, ma le zecche sono già al lavoro. E non solo nelle aree incolte o nei boschi, anche nelle periferie delle città. Sono parassiti per lo più fastidiosi, che attaccano gli animali domestici, ma non trascurano l’uomo.

E il loro morso può non essere innocuo. In particolare quello della Ixodes ricinus, una zecca che vive soprattutto nei boschi, che durante il pasto può contagiare l’uomo trasmettendo diversi agenti infettivi (batteri, virus ecc.) responsabili di malattie anche complesse, talora serie, non sempre facili da riconoscere.

Nella nostra regione le zecche sono responsabili della trasmissione della Borrelia (malattia di Lyme) e del virus della meningoencefalite da zecca (Tbe).

Da qui la scelta della Regione Fvg di avviare, come accade ormai da alcuni anni, una campagna informativa mirata proprio sulle zecche, che suggerisce a coloro che vivono in aree in cui è facile imbattersi nei parassiti che possono trasmettere malattie come la Borreliosi o la Tbe, o che frequentano abitualmente boschi, di optare per la vaccinazione.

Tornando a questi parassiti, d’aspetto sono simili a ragni e sono ampiamente diffuse in molti ambienti naturali. «La zecca dei boschi - si legge nella documentazione messa a disposizione dalla direzione Salute della Regione Fvg - è scura e molto piccola, difficile da vedere: nello stadio di larva non è più grande di una testa di spillo, lo stadio successivo di ninfa è grande circa 1 mm e mezzo, mentre l’adulto è di poco più grande.

Per sopravvivere le zecche sono obbligate a nutrirsi di sangue: necessità che le spinge ad aggredire indifferentemente gli animali e l’uomo. Il morso è indolore, ma può costituire un’insidia per la salute».

«Le zecche popolano abitualmente gli ambienti naturali, sostando nell’erba e tra il fogliame. Prediligono gli ambienti umidi e ombreggiati, in particolare i boschi e i loro margini, solitamente a quote inferiori ai 1.500 metri. Molto spesso stanziano nei prati incolti, ai bordi dei sentieri e nelle aree di passaggio di animali selvatici. Nella nostra regione le zecche sono abbondanti dalla primavera all’autunno, particolarmente da marzo a giugno».

Quando si va a fare un’escursione o una passeggiata nei boschi, è bene indossare un abbigliamento appropriato, di colore chiaro (che rende più evidente la presenza delle zecche), in grado di coprire quanto più possibile il corpo (pantaloni lunghi infilati nei calzettoni e camicia a maniche lunghe infilata nei pantaloni) e proteggere i piedi con scarpe alte sulle caviglie.

È preferibile camminare al centro dei sentieri, non sedersi e non sostare nell’erba alta o in prossimità di cespugli e vegetazione incolta. È bene applicare prodotti repellenti per insetti sulla pelle scoperta o sui vestiti, e durante l’escursione controllarsi frequentemente per rimuovere eventuali zecche non ancora attaccate.

Nel caso si trovi una zecca sulla pelle, bisogna rimuoverla subito evitando di cospargerla con sostanze oleose o irritanti e proteggendo le mani, e per asportarla correttamente è necessario prendere una pinzetta e con questa afferrare la zecca il più vicino possibile al punto di inserzione nella cute, senza schiacciarla, e tirare delicatamente fino al distacco.

Nei giorni successivi va controllata la zona del corpo in cui si è stati morsi per individuare eventuali segni di infezione. Se si dovesse verificare un arrossamento o comparissero sintomi simil-influenzali (febbre, stanchezza, dolori muscolari) è necessario consultare un medico, segnalando il morso di zecca.

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