Terremoto Friuli, Varisco Cavaliere al merito

GEMONA. «Ci conti». Due parole valgono più di un’assicurazione per iscritto se a dirle è il presidente della Repubblica in persona. Al termine della sua visita gemonese, Sergio Matterella ha accolto così l’accorato invito che gli ha rivolto il sindaco di Gemona, Paolo Urbani: concedere all’ex assessore alla ricostruzione del Friuli terremotato, Salvatore Varisco, il titolo di cavaliere al merito della Repubblica italiana.
Appena usciti dal Duomo di Santa Maria Assunta, un attimo prima di congedarsi dal Capo dello Stato, Urbani ha consegnato la lettera contente la proposta al Cerimoniale, «poi mi sono voltato verso il presidente e gli ho chiesto di voler tenere in considerazione quello che ritengo un tributo a Varisco, che del miracolo Friuli è stato uno dei protagonisti, dedito più al dovere che alle prime pagine».
La risposta di Matterella è arrivata in tempo reale. «Ci conti. Così mi ha detto», racconta visibilmente emozionato Urbani, guardando dal sagrato della chiesa, divenuta il simbolo della città rinata dalle macerie, la folla ancora in festa, con la figura composta e sorridente del Capo dello Stato bene impressa negli occhi.
A Gemona, come poi a Venzone e Udine, l’inquilino del Quirinale ha stretto mani a ripetizione. Regalando saluti, una parola a tutti quelli che sono riusciti ad avvicinarlo. Attento a concittadini di ogni età. Grandi e piccoli. «Gli ho stretto la mano con emozione» racconta Alberto Goi, gemonese di 36 anni, che a casa porta un ricordo indimenticabile.
È la modestia e l’umiltà del presidente ad aver colpito la gente, come pure gli amministratori, che per primi ieri lo hanno incontrato in piazza Municipio dove il Capo dello Stato si è concesso un fuori programma. Spiazzando anche le forze dell’ordine. «Gli ho chiesto se volesse salutare i tanti sindaci e rappresentanti delle istituzioni riuniti sotto palazzo Boton.
Non era previsto ma lui ha accettato di slancio», fa sapere il primo cittadino. «Grazie a tutti per lo splendido lavoro che avete fatto» sono state le parole rivolte alle tante fasce tricolori raccolte all’ombra del loggiato medievale. Poi il presidente è sceso in strada, ha percorso a passo lento via Bini, apprezzando ogni particolare della città ricostruita.
«Ci siamo fermati a guardare il castello e l’ho invitato a voler essere ancora con noi, il prossimo anno, quando inaugureremo anche quest’opera, che è l’ultima della ricostruzione – continua Urbani –. Nei cinque minuti di passeggiata il presidente mi ha rivolto diverse domande:
«A che punto siete con i lavori del castello?». «Quant’è costata in termini di sforzo, di lavoro dei friulani questa mirabile ricostruzione?». Poi l’arrivo in Duomo.
Con Ivano Benvenuti, il sindaco del 1976, e Salvatore Varisco che racconta: «Mi ha concesso l’inestimabile dono di una foto insieme a lui, a Benvenuti, al sindaco Urbani e all’onorevole Giuseppe Zamberletti. In quello scatto è condensato il modello Friuli, la straordinaria sinergia attuata tra Stato, Regione e Comuni, che ha permesso ai nostri paesi di risollevarsi. Ci ha detto che abbiamo fatto una cosa eccezionale, che restiamo un punto di riferimento. Parole che non dimenticherò».
Con i suoi 88 anni splendidamente portati, quel modo garbato di approcciarsi alle persone, la viva memoria degli eventi di 40 anni fa che regala a piene mani, con generosità, a chiunque voglia ricordare, Salvatore Varisco è a Gemona (e non solo) un’istituzione. «Servo dello Stato, padre costituente della Regione autonoma e negli anni difficili del post terremoto – scrive Urbani a Mattarella sostanziando l’istanza dell’onorificenza – presidente della commissione speciale e assessore alla ricostruzione».
Con quella lettera, Urbani ne ha consegnate altre due. Una da parte dei Comitati pro ospedale, l’altra per rinverdire la richiesta di Grazia per il preside Livio Bearzi. Detto «mandi» al presidente, ora Gemona «ci conta». E chissà, magari già il 2 giugno la festa della Repubblica potrebbe trasformarsi in un abbraccio e un rinnovato grazie all’assessore e che ha contribuito a farla rinascere.
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