Terremoto Friuli, a Gemona l’omaggio agli alpini morti nella caserma

GEMONA. Il ricordo del sisma del 1976 è proseguito a Gemona dove nella mattinata, alle 10, in piazzale Chiavola è stata deposta una corona che ricorda le vittime del terremoto e l’opera di soccorso portata alla popolazione dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Il ricordo degli alpini morti a Gemona. Cerimonia anche nella caserma alpina Goi Pantanali, dove sono state ricordate le vittime militari del terremoto. Alla cerimonia ha partecipato anche il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, Danilo Errico.
Doppio concerto dell’Orchestra di Berlino. Le celebrazioni a 40 anni dal terremoto a Gemona sono poi proseguite con il primo dei due appuntamenti (alle 16.30 e alle 21, con 1.200 spettatori compessivi) con il concerto dell’Orchestra accademica di Berlino.

Cittadinanza onoraria a Esercito, Ana e Carabinieri a Majano. Ricordare chi non c’è più, e raccontare a chi non c’era cosa significhi non farsi abbattere dalle tragedie ed essere capaci di ripartire come comunità. E ancora, non dimenticare, come ha detto venerdì il Presidente della Repubblica, quei militari che quarant’anni fa in Friuli persero la vita nel terremoto e quei tanti altri che portarono il proprio aiuto alla popolazione friulana.
Con queste parole la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani è intervenuta a Majano nel corso del conferimento da parte del Comune della cittadinanza onoraria all’Esercito italiano, all’Associazione nazionale alpini (Ana) e all’Arma dei Carabinieri.
Il Capo di Stato Maggiore Danilo Errico, dopo aver ricevuto la Cittadinanza onoraria, ha ricordato il lavoro compiuto dai militari subito dopo la scossa del 6 maggio di quarant’anni fa: «Giovani di leva che si misero a scavare armati di pala e piccone», protagonisti di quella che fu «la migliore gestione dell’emergenza della storia italiana».
Da parte sua il rappresentante del Consolato generale degli Stati Uniti a Milano Cristopher Wurst ha sottolineato lo slancio di generosità che arrivò d’oltreoceano per il Friuli terremotato: 100 milioni di dollari che contribuirono alla ricostruzione.
Significativa anche la testimonianza dell’imprenditore Edi Snaidero che, nel ricordare la figura del padre Rino, ha voluto rimarcare il ruolo che ebbe l’azienda di Majano, seppur colpita strutturalmente dal sisma, nel riprendere fin da subito l’attività produttiva spostando gli operai negli altri stabilimenti del gruppo.
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