«Terme di Arta e sci in Friuli per rilanciare il turismo»

ARTA TERME. Montagna, neve, impianti sciistici: la montagna friulana è ricca di proposte invernali, eppure lo stabilimento termale di Arta (dove saune e massaggi sono il coronamento ideale di una giornata trascorsa sulle vette innevate) sembra figlio di un dio minore. Chi ha finora gestito finora le terme carniche – oggi prossime alla chiusura dopo la disdetta della Casa di cura Città di Udine a partire da domenica – non ha curato né l’aspetto turistico né le sinergie con gli operatori. Risultato: utenti del centro benessere che chiedono la restituzione dei soldi dell’entrata alle piscine (durante le feste mancavano armadietti e lettini), turisti che avevano prenotato trattamenti e non hanno potuto usufruirne («oggi siamo pieni», la motivazione del personale), e ora assicurano che non metteranno più piede ad Arta.
A denunciare la «situazione surreale» che è venuta a crearsi è il presidente del consorzio Carnia Welcome, Massimo Peresson. «La gestione degli ultimi giorni è stata al risparmio e si è visto: non si trovava una sdraio! Vi sono state molte lamentele perché, a fronte della forte affluenza registrata nel periodo di festa, non c’era la risposta ricettiva. Pochi stipetti, niente lettini, la gente se ne andava».
Uno dei problemi organizzativi sta nella tariffa unica di soli 13 euro per l’accesso giornaliero area wellness, «un prezzo molto basso rispetto alla concorrenza austriaca», ma antieconomico.
«Eppure le terme, per chi le sa gestire, sono una fonte di guadagno – evidenzia Peresson –, oltre che un valore aggiunto per il territorio. Solo che finora è mancata la vocazione turistica». Il presidente di Carnia Welcome sprona dunque la Regione a «cogliere l’occasione per rilanciare lo stabilimento tramite un gestore competente», che Peresson intravede in Promoturismo. «Se così non fosse, dimostrebbe scarsa capacità imprenditoriale, e la Regione si allontanerebbe dalla linea rivoluzionaria delle riforme e del cambiamento della giunta Serracchiani».
Con mille posti alberghieri e 4 hotel con centri benessere, Arta Terme offre «un sistema turistico ricco per chi sa gestire il prodotto termale. Promoturismo, avviando una forte azione di marketing e promozione, e coniugando servizi turistici e terapeutici, avrebbe un utile netto interessante».
Finora dalla Carnia, però, giungono solo cifre con il meno davanti: negli ultimi 12 anni, informa Peresson, negli impianti di risalita sono stati investiti oltre 300 milioni di euro. «Per gestirli si sono spesi 50 milioni, ogni anno Promotur ne ha persi 3-4. Il comparto neve determina 100 mila presenze l’anno, ma le terme di Arta, da sole, ne contano ben 70 mila; basterebbe destinare alle terme un centesimo di ciò che si è dato a sostegno dello sci».
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