Terapie intensive, focolai e crescita dei casi: ecco i parametri in peggioramento e perché tutto il Fvg passa in zona arancione

UDINE. "Il Friuli Venezia Giulia da lunedì sarà zona arancione. L’anticipazione mi è stata fornita in via informale dal ministro della Salute Roberto Speranza”. Lo ha riferito il governatore Massimiliano Fedriga. “L’ingresso in zona arancione dall’8 marzo – ha aggiunto Fedriga – è riconducibile non tanto all’indice Rt quanto al repentino e vistoso aumento dei contagi nel nostro territorio regionale che ci colloca a rischio alto”

Ancora domani (sabato) e domenica le sole aree delle ex province di Trieste e Pordenone permarranno gialle; da lunedì tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia sarà pertanto zona arancione, con didattica a distanza per le scuole medie, superiori e università.

L'analisi dei parametri
La decisione che arriva da Roma è poco rilevante per le ex Province di Udine e Gorizia che in ogni caso, da sabato, 6 marzo, entreranno per almeno due settimane in zona arancione, come da disposizioni della Regione, ma diventa centrale per Pordenone e Trieste che lasciano la zona gialla trascinati dall’andamento pandemico di tutta la regione.

I dati dell’Istituto superiore di sanità, infatti, dicono che a fronte di parametri in deciso peggioramento rispetto alla rilevazione precedente, l’indice Rt della regione è ancora sotto quota 1, esattamente a 0.92 di media con il dato inferiore a 0.87.


Alcuni parametri in peggioramento, in fondo, li aveva già anticipati Massimiliano Fedriga mercoledì e parliamo, ad esempio, della percentuale di tamponi positivi escludendo il retesting salito dal 7% al 13,1%. Il dato nel setting territoriale, inoltre, è passato dal 7,9% al 14,1%, quasi raddoppiando, e in leggera crescita sono risultati anche i positivi in ospedale che hanno raggiunto quota 7,1% dal precedente 5,5%.

E se resta decisamente alta la capacità di contact tracing del Friuli Venezia Giulia – pari al 98.3% –, così come è ormai molto rapido il tempo tra data di inizio sintomi e isolamento – sceso ad appena un giorno –, il numero dei nuovi positivi comunicati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni è balzato in avanti del 57% (la scorsa settimana era invece calato del 10,9%) con un totale di 2 mila 849 casi contro i precedenti mille 815.

Detto dell’Rt, in crescita da 0.83 a 0.92, il numero dei casi riportati alla sorveglianza integrata ha fatto segnare un +17% contro il -4,6% del monitoraggio precedente, con un parallelo aumento dei focolai attivi (sono 766, erano 707), dei nuovi cluster locali (saliti a quota 369 da 246) e pure dei casi settimanali di infezione (passati da 859 a mille 19).

In controtendenza dopo settimane di pur lenta discesa, infine, anche il tasso di occupazione delle Terapie intensive salito di due punti percentuali (dal 33% al 35%), esattamente come quello dei malati Covid ricoverati nei reparti di area medica (dal 28% al 30%).

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