Tentata rapina a Udine in ospedale, dinamica incerta

I dubbi del procuratore sull’episodio negli spogliatoi. Una dipendente ha denunciato di essere stata aggredita
ANTEPRIMA maccagno e neonatologia
ANTEPRIMA maccagno e neonatologia

UDINE. Dice di essere stata aggredita alle spalle da un uomo con il volto coperto e i guanti alle mani, sorpreso mentre tentava di scassinare gli armadietti dello spogliatoio femminile, e di averlo poi visto scappare senza portarsi via niente. Ma nessuno pare averlo incrociato mentre si allontanava dall’unica uscita possibile: la porta attraverso la quale era entrato, nei sotterranei del padiglione Petracco, all’ospedale “Santa Maria della Misericordia”.

È un episodio ancora tutto da chiarire quello denunciato martedì mattina da una dipendente di una delle cooperative che lavorano per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine e finito sul tavolo del pm Viviana Del Tedesco, in un fascicolo che, per il momento, ipotizza il reato di tentata rapina e lesioni personali a carico di ignoti.

«La dinamica non quadra affatto - ha affermato il procuratore capo, Antonio Biancardi -, ma le verifiche sono ancora in corso di svolgimento. Certo è che sarebbe molto spiacevole, se dovessimo cominciare ad avere paura di essere aggrediti in ospedale. Del resto, anche questo è un riflesso dei tempi in cui viviamo». Ieri, intanto, la donna, che ha 48 anni e che subito dopo l’aggressione si era fatta medicare nel vicino Pronto soccorso per le lievi lesioni riportate, è tornata in Questura per formalizzare la denuncia ed essere nuovamente sentita dagli agenti che indagano sul caso.

Lo ha fatto a mente un po’ più lucida, cercando di mettere a fuoco particolari che quella mattina, ancora in stato di choc, aveva forse dimenticato o trascurato. Ma è soprattutto dai filmati delle telecamere installate in ospedale, visionati già dalla Squadra volante e passati ora all’esame dei colleghi della Mobile, che la Procura conta di acquisire elementi utili all’individuazione del malvivente. L’uomo, a quanto appreso, ha agito tra le 10.15 e le 10.30. Tra i tanti aspetti da chiarire, c’è anche la maniera in cui lo sconosciuto sarebbe riuscito a intrufolarsi negli spogliatoi: per entrare in quei locali, il personale disponde di un badge. Il rapinatore potrebbe quindi essersi accodato a qualcuno dei dipendenti, oppure avere approfittato dei pochi minuti in cui l’impianto viene disattivato.

Una volta dentro, avrebbe cominciato a forzare alcuni armadietti. Il sopralluogo effettuato dagli agenti della Volante comandati dal dirigente Marco Lovrovic ha verificato l’esistenza di segni di scasso, ma questo non esclude potersi trattare di tentativi precedenti. Sorpreso dalla dipedente, avrebbe reagito afferrandola alle spalle e minacciandola con lo stesso strumento adoperato per lo scasso. Nella prognosi, si parla di lesioni lievi all’altezza del collo e di un braccio, giudicate guaribili in otto giorni. Paralizzata dalla paura, la donna non avrebbe opposto resistenza. Il malvivente, però, ormai vistosi scoperto, avrebbe preferito squagliarsela, rinunciando al bottino. Finalmente sola, la dipendente ha quindi segnalato il caso al posto di polizia dell’ospedale, che l’ha prontamente girato a sua volta alla Questura. Gli accertamenti dentro e fuori i locali ospedalieri proseguiranno nei prossimi giorni.

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