Tentata estorsione, condannati tre giovani

TOLMEZZO. Avevano fatto branco e spaventato a morte due amici, con minacce verbali e sms non meno ultimativi. Ma le loro richieste erano cadute nel vuoto e tutto quel che erano riusciti a portarsi a casa erano stati 2,50 euro. Oltre alla denuncia per estorsione e per tentata estorsione, entrambe aggravate e continuate. Per quelle accuse, costate già la misura cautelare degli arresti domiciliari a tutti e tre, ieri è arrivata anche la sentenza di condanna: 2 anni e 6 mesi di reclusione, più 600 euro di multa, per Antony Righini, 21 anni, e 1 anno e 6 mesi, più 400 euro, per Matteo Cargnelutti, 22, e Daniel Morassi, 21, tutti residenti a Tolmezzo (pena sospesa per tutti, limitatamente a quella detentiva per Righini).
Il verdetto è stato emesso dal gup del tribunale di Udine, Daniele Faleschini Barnaba, al termine del processo celebrato con rito abbreviato. Il pm Barbara Loffredo aveva chiesto 2 anni e 8 mesi, più 1.200 euro per tutti. Assoluzione, invece, la conclusione sollecitata dalle difese, rappresentate rispettivamente dagli avvocati Luca Rizzo, Sonia Cacitti e Nicla Iob insieme a Valentina Contessi. Quanto all’ipotesi dell’estorsione consumata di 2,50 euro, il giudice ha riconosciuto a Righini l’attenuante del lucro di speciale tenuità e ha assolto Cargnelutti e Morassi «per non aver commesso il fatto».
«Mi hai infamato... mi devi portare 50 euro entro domenica, altrimenti ti cerco e ti torno a riempire di botte»: questo il tenore delle frasi e dei messaggi che due loro coetanei di Tolmezzo si erano sentiti rivolgere tra l’aprile e il maggio del 2016, tra un pugno e l’altro. «Perchè hai detto ai carabinieri che compravi l’hascisc da Antony? Adesso lui si deve pagare l’avvocato». E ancora: «Se non mi porti cento euro questa volta ti spacco la faccia sul serio». Un’escalation di violenze di fronte alla quale uno dei due giovani aveva comunque resistito, decidendosi a denunciarli. L’altro aveva invece ceduto, sebbene in una sola occasione e dando a Righini i pochi spiccioli che aveva in tasca in quel momento.
A monte, l’indagine su un giro di droga che i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo avevano avviato l’inverno prima nei confronti di una decina di giovani. Venuto a sapere che due ragazzi, ascoltati come persone informate sui fatti, avevano reso dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti, Righini aveva cominciato a tormentarli, con la complicità degli altri due imputati e di due ragazze minorenni, pretendendo la consegna delle somme di denaro che avrebbero dovuto coprire le spese legali.
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