Telemarketing invadente: chiamate a tutte le ore. Ecco come difendersi

Famiglie bersagliate da richieste, c’è chi lo definisce “stalking da call center”. I cittadini chiedono aiuto a Federconsumatori per consensi ottenuti con dolo. 

UDINE. Cinque telefonate al giorno, spesso a casa, ma anche al cellulare, la mattina, durante il pranzo, ma anche nelle ore notturne. Ormai per molti, se non per tutti, è diventata una quotidianità convivere con le chiamate di sconosciuti telefonisti che propongono soluzioni commerciali, all’apparenza a prezzi stracciati rispetto ai loro concorrenti. Dall’energia elettrica, al gas, dai mobili alla telefonia: dall’altra parte della cornetta le offerte di contratti sono tra le più svariate.

E chi risponde, il più delle volte, è costretto per esasperazione a preparare un piano di difesa, come quello di mettere in evidenza il numero dal quale ci stanno chiamando o di non rispondere se si ha il dubbio che dall’altra parte ci sia uno sconosciuto. È il fenomeno del telemarketing o teleselling. Qualcuno ha anche ribattezzato il fenomeno “stalking da call center”.

Una decina di casi al giorno

Ogni giorno solo all’associazione Federconsumatori arrivano sui tavoli dei legali una decina di segnalazioni per “contratti carpiti con dolo”. Si conta che in Italia sono almeno 500 le aziende agguerrite pronte a catturare un cliente e 10 mila le istruttorie in corso davanti al Garante della Privacy per abusi.

Più di un milione e 200 mila sono le persone che hanno chiesto di non essere chiamate dai call center grazie al Registro delle Opposizioni. «Ma alle volte basta un sì o una firma di troppo – spiega Barbara Puschiasis, presidente regionale di Federconsumatori – per rovinare il tutto e dare inizio alle molestie telefoniche o peggio ancora alle cause per contratti non firmati».

Per bloccare le “molestie”

Ed ecco allora alcuni consigli per non incorrere nei guai. «Innanzitutto – dice Puschiasis – bisogna sapere che il codice del consumo dà il diritto a chiunque di ricevere a casa le offerte commerciali e di concludere l’affare solo se viene sottoscritto dal cliente.

Spesso, invece, le aziende intendono firmato il contratto già al telefono». «La seconda raccomandazione – continua la presidente – è quella di chiedere sempre con chi si sta parlando, quale è il motivo della chiamata e quale è il codice della telefonata, annotarla perché questa viene sempre registrata su supporto durevole e tenuta negli archivi. Questo è fondamentale perché è capitato talvolta che un “sì” di risposta alla richiesta dei dati anagrafici venga utilizzato dai call center come consenso alla firma del contratto».

La denuncia per stalking

Se si viene tormentati dalla stessa società più volte durante la settimana si possono adottare diverse tecniche di autodifesa. «La prima è di chiedere allo sconosciuto telefonista di cancellare i nostri dati – dice Puschiasis –. Se ciò non accade si può fare una segnalazione al Garante per la Privacy avviando così un’istruttoria che si può concludere con una sanzione amministrativa nei confronti dell’azienda per comportamento scorretto.

Se la cosa persiste c’è la possibilità di fare denuncia alla polizia postale per stalking». Spesso quest’ultima “arma della disperazione” viene adottata da chi «si sente perseguitato – precisa Puschiasis – dalle società di recupero crediti che arrivano anche a telefonare a casa dei parenti violando la sfera privata».

Le firme ingannevoli

Un altro consiglio è quello di iscriversi per via telematica o per lettera al “Registro delle opposizioni” per bloccare i numeri indesiderati. Lo può fare chi è sull’elenco telefonico. Ma spesso non sortisce gli effetti sperati. «Perché basta una firma di troppo anche quando si sottoscrive una banale tessera al supermercato o quando si pernotta in un albergo ed è finita», spiega Puschiasis.

«In questi casi appena citati quando ci presentano il foglio di consenso dei dati occorre barrare quelli che si riferiscono alla nostra persona, ma possiamo rifiutarci per quelli ai fini commerciali e promozionali. Quando firmiamo qualcosa, specie se scritto in piccolo, perdiamo piuttosto due minuti in più per leggere, perché è proprio da quel momento che possono iniziare i nostri guai con i call center».

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