Tav, portualità e fisco: tutti i fronti con la Regione

La collaborazione tra Serracchiani e il premier ha consentito di risolvere alcuni nodi. Sul tavolo anche destino delle Province, vitalizi degli ex politici e terza corsia A4

UDINE. Dalla Specialità alla terza corsia dell’autostrada A4. Dal destino delle Province alla cessione delle caserme dismesse. Dalla Tav ai porti, dalle aziende in crisi alla fiscalità di vantaggio per le aree di confine. Sono davvero tanti i dossier aperti sul tavolo del confronto tra Stato e Regione. E sull’asse Roma-Trieste si gioca anche una partita molto importante dal punto di vista degli equilibri politici: a confrontarsi sono infatti il governo del Premier e segretario del Pd Matteo Renzi e la presidente del Fvg Debora Serracchiani, che è anche la numero due del Nazareno.

Futuro “speciale”. Gli attacchi all’autonomia vengono (e continueranno a venire) da più fronti. Da chi ritiene che sia un istituto superato, a chi ritiene le Speciali fucina di sprechi o privilegi (troppi dipendenti pubblici, troppa sanità, troppe agevolazioni). Ma la presidente Serracchiani, su questo fronte, non ha mai mollato di un centimetro. «La Specialità si giudica dai risultati - ha detto più volte -. Ci sono regioni virtuose e regioni meno virtuose, questo il parametro di valutazione». E così la nostra Regione, per evitare qualsiasi contestazione romana si è portata avanti con il lavoro, vedi riforma della Sanità e riforma degli Enti locali. Nel 2015 toccherà anche al Comparto unico. Una stretta pure sui vitalizi degli ex consiglieri: a Roma vogliono tagliarli? Dalle nostre parti si farà di più. Certo i beneficiari dell’assegno storceranno il naso, ma il contenimento dei costi della politica impone sacrifici. Non c’è spazio per deroghe.

Le grandi infrastrutture. Sulla terza corsia dell’A4 il dialogo è praticamente quotidiano con il ministero dei Trasporti. E’ stato appena presentato il nuovo piano finanziario, c’è da vincere la partita in sede Ue sulla proroga della concessione di Autovie che scade nel 2017. E soprattutto c’è da trovare i soldi per completare la terza corsia. Opera difficile, viste le ristrettezze economiche, ma non impossibile. Altro fronte aperto è l’alta velocità ferroviaria. Il vice ministro Nencini, poche settimane fa, aveva detto che ci sono già i soldi per sistemare il nodo di Udine e per avviare i lavori sull’asse Cervignano-Palmanova-Udine, che diventerà decisivo per l’alta capacità. Poi c’è da definire il percorso della Tav tra Veneto e Friuli, con lo snodo di Trieste. E ancora i porti: da quello di Trieste, dove si attende la nomina del nuovo presidente dell’Autorità portuale, alla rete da realizzare con Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, per creare un sistema che possa reggere la concorrenza di Slovenia e Croazia.

Dalle crisi aziendali al fisco. Nel 2014 agli sgoccioli il feeling tra Governo e Serracchiani ha funzionato. Due le grandi crisi risolte, quella dell’Electrolux e quella della Ferriera di Trieste. Per casi analoghi, basti pensare all’Ast di Terni o all’Ilva, ci sono voluti mesi di scioperi e trattative che si sono risolte sul filo del rasoio. Adesso sul tavolo c’è da discutere anche la fiscalità di vantaggio per le aree di confine (il Tarvisiano lo chiede da anni) e la questione delle caserme dismesse, che la Regione aspetta dal Demanio. E ancora la definizione dell’Imu sui terreni agricoli e il denaro per fronteggiare il dissesto idrogeologico. Questioni aperte, ma che possono essere affrontate con moderata fiducia.

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