Tagli alle consegne, bufera sulle Poste

PORDENONE. E’ bufera sulle Poste. Preoccupa l'impatto che la novità del recapito a giorni alterni avrà sulle abitudini quotidiane delle persone. Il rischio non riguarda solamente la posta ordinaria e i prodotti acquistati online, bensì la corrispondenza che non ammette lunghi tempi d'attesa: bollettini, contratti soggetti a diritto di recesso e ogni altro genere di comunicazione urgente.
«La sperimentazione del nuovo metodo di consegna – denunciano dalla Cisl di Pordenone, facendo riferimento ai casi di Spilimbergo e Maniago – ha avuto risultati catastrofici, generando tonnellate di posta non recapitata».
I timori. «Si taglia un servizio di pubblica utilità senza pensare alle conseguenze che questa scelta, priva di contropartita, comporterà sulla popolazione anziana o su quella residente nelle comunità montane», è il monito di Arturo Pellizzon (Ust Cisl) e Gianfranco Parziale (Slp Cisl), che mettono in guardia sulla possibilità che il piano di razionalizzazione altro non sia che l'anticamera della volontà «di dismettere del tutto il servizio di consegna».
I disagi. «Il rischio è di vedere compromessi i diritti fondamentali del consumatore – segnala Stefano Arnone (Adiconsum) –. Se consideriamo che, da qualche anno, Poste italiane non timbra più le lettere in partenza dai centri di consegna diventerà impossibile stabilire se eventuali ritardi nella spedizione di bollettini o contratti siano imputabili all'azienda o, per esempio, al fornitore delle utenze». Tutto a danno, naturalmente, dell'utente finale, specie se anziano e non avvezzo alle nuove tecnologie che consentono di attivare l'opzione dell'invio delle fatture via email. La novità della consegna ridotta, inoltre, comporterà disagi agli stessi portalettere. «Molti di loro saranno costretti a passare dallo scooter all'automobile, con problemi di parcheggio e lunghe percorrenze, fino a 100 chilometri giornalieri».
La disparità. Ma c'è dell'altro. La consegna a giorni alterni risparmierà – solo per determinate tipologie di invii come raccomandate veloci e lettere prioritarie – una dozzina di comuni del territorio, tra cui il capoluogo, «creando un'inaccettabile disparità, con costi uguali per tutti». Se l'utente di Cordenons, per esempio, potrà continuare a ricevere il suo quotidiano in abbonamento tutti i giorni, a quello di Azzano Decimo non sarà più dato di godere di questo servizio. Il discrimine è la densità abitativa: i comuni con meno di 200 abitanti per chilometro quadrato (39 su 51 in provincia) dovranno accontentarsi del recapito “a singhiozzo”.
Le iniziative. L'appello che la Cisl rivolge ai 51 sindaci del Pordenonese è di innalzare un coro unanime di protesta. Per questo i primi cittadini sono stati convocati il 23 settembre (alle 17) nella sala consiliare del municipio di Pordenone, con la speranza che l'eco del dissenso raggiunga i vertici di Poste italiane. Anche Slc-Cgil, Uilposte e Failp-Cisal si stanno attivando: il 20 settembre si terranno le assemblee con i lavoratori delle poste per concordare le iniziative da intraprendere con l'obiettivo di «sospendere l'avanzamento del progetto di recapito a giorni alterni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto