I piccoli Comuni vincono la battaglia al Tar

Accolto il ricorso contro chiusure e ridimensionamenti degli uffici decentrati nei territori meno abitati
Di Andrea Sartori

Battaglia vinta per 12 Comuni friulani: il Tar del Lazio ha accolto il loro ricorso contro la chiusura o il ridimensionamento orario di uffici postali talvolta decentrati, ma non sempre in territori spopolati.

Sportelli che, dunque, resteranno aperti: finisce nel cestino il piano di tagli di Poste italiane che aveva comportato chiusure dal 7 settembre 2015, per poi essere sospeso – per effetto dell'accoglimento della sospensiva da parte del Tar – da gennaio.

La sentenza è stata pubblicata ieri, dopo l'udienza di merito del 30 giugno. I Comuni ricorrenti erano Sesto al Reghena (per la chiusura dell'ufficio di Ramuscello), Sequals (per la chiusura a Lestans), Maniago (per l'apertura a giorni alterni a Maniagolibero), Coseano, Dignano, Fagagna, Gemona, Pavia di Udine, Premariacco, Rive d'Arcano, Ruda e Tolmezzo. Il ricorso era contro Poste italiane spa, ministeri dello Sviluppo economico e dell'Economia e Agenzia per le garanzie delle comunicazioni. Si chiedeva di annullare i provvedimenti del primo luglio 2015 con cui le Poste avevano disposto la chiusura di uffici nei comuni e altri atti. Scongiurata, non senza proteste e manifestazioni popolari, la chiusura annunciata nella primavera del 2015, i Comuni si erano trovati di fronte a quanto comunicato a luglio. Falliti i tentativi di contatto con le Poste, il 7 settembre si erano chiuse le saracinesche degli uffici finiti nella lista nera.

Valutando questi presidi del servizio postale fondamentali per i cittadini interessati, in particolare per gli anziani, i Comuni hanno dato mandato di presentare il ricorso all'avvocato Luigi Garofalo di Treviso. A fine novembre, l'ordinanza del Tar che accoglieva la richiesta di sospensione cautelare degli atti impugnati col ricorso: l'effetto è stata la riapertura, a gennaio, degli uffici. Restava la sentenza: il respingimento avrebbe comportato di nuovo la chiusura. Invece gli sportelli resteranno aperti. Unica nota stonata, per i Comuni, «il fatto che il Tar abbia compensato le spese processuali tra le parti», come osserva Andrea Nonis, vicesindaco di Sesto al Reghena, Comune che ha assunto un ruolo di capofila per il ricorso. Per il resto, «siamo contenti, il Tar ha riconosciuto che le Poste dovevano garantire il servizio, considerando le ricadute sul territorio, comunque confrontandosi con i Comuni sulle decisioni». Ora si attende di capire se Poste si appellerà al Consiglio di Stato. «Vogliamo anche capire – conclude Nonis – che sistema Poste italiane sta mettendo in essere sul recapito in provincia, con i tagli ai portalettere di cui si parla». La battaglia è destinata a continuare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto