«Sul punto nascita prima di criticare vanno esaminati i dati»
«Ci corre l’obbligo di intervenire in merito al Punto nascita di Gorizia, già pesantemente sotto attacco, nei giorni scorsi, da parte dei 53 medici specializzandi pediatri presso le Università di Udine e di Trieste»: comincia così un intervento di Franco Bertin, per il Movimento popolare degli italiani. «Il rapporto del Senato sui punti nascita ha evidenziato - continua Bertin - i seguenti numeri: il 67% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1000 parti l’anno. Il 9,11% dei parti ha luogo invece in strutture con meno di 500 parti annui. Sui 158 punti nascita con meno di 500 parti l’anno, 112 (70,9%) sono distribuiti nel Sud. Al contrario dei 30 punti nascita con più di 2500 parti, solo 3 sono collocati al Sud, 23 nelle Regioni del Centro-Nord, 4 nella regione Lazio. Tra i 551 punti nascita, il 17,2% risultano privati accreditati ed in particolare il 40,6% presenta un numero di parti al di sotto dei 500 annui. Quello che vogliamo evidenziare è: i 53 specializzandi in Pediatria e l’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Udine hanno fatto - chiede Bertin - una loro indagine su questi dati ufficiali? Prima di gettare discredito sul punto nascita di Gorizia, avrebbero dovuto prendersela con quelle regioni dove il Rapporto del Senato ha evidenziato un preoccupante numero di morti, fra gestanti e nascituri».
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