Studenti in piazza e lezioni all’aperto
Ieri il corteo con tanto di striscioni e slogan contro la riforma targata Gelmini
Mobilitazione del mondo della scuola per ribadire che “La cultura è pubblica”
Mobilitazione del mondo della scuola per ribadire che “La cultura è pubblica”
Aule vuote e ragazzi in piazza XX settembre a protestare, ieri a Pordenone. La Pantera studentesca è tornata e graffia a suon di slogan. “La cultura è pubblica”: Quelli della generazione X rivendicano l’anti-riforma. “Gelmini giù le mani dai bambini”: è il diktat al ministro dell’Istruzione. “No alla rovina del nostro futuro”: rifiutano l’appena approvato decreto 137 che sforbicia organici e risorse. “L’economia al potere senza tagli all’istruzione”: a 40 anni dal 1968 si scambia l’immaginazione con il futuro sostenibile. «Questa è una manifestazione non violenta – ha legittimato il pacifismo di 200 ragazzi in piazza Francesca Cazorzi, leader del movimento –. Il futuro è riformato: non vogliamo fare finta di nulla. Chiediamo una riforma condivisa della scuola, senza tagli che fanno cassa e ci rubano il futuro». Una mattina in movimento ieri. «Dalle lezioni all’aperto nel liceo Grigoletti al corteo in piazza – hanno detto Alberto Gaspardo, Federico Cendret, Federico Moro e Amedeo Enna rappresentanti di istituto –: protagonisti sempre». DUELLO IN PIAZZA. «E’ una manifestazione che vuole informare e dimostrare il nostro stato d’animo: no alla riforma». La dialettica di Simone Avon, liceale sul palco sotto il cielo della Casa del mutilato, non ha convinto Andrea Brunzo, rappresentante di Azione studentesca del Grigoletti. «So che sarò fischiato da tutti – ha arringato i compagni Andrea –. Proviamo la riforma Gelmini e, caso mai, protesteremo dopo». Impossibile la sintesi degli opposti, su integrazione degli stranieri e tempo-scuola, tra gli studenti medi di Pordenone che – va detto – hanno anche affollato bar e sale giochi del centro città. LEZIONI IN CORTILE. Nel liceo Grigoletti lezioni di economia, teoria politica e diritto dei docenti Anna Pagliaro, Stefano Nonis e Flavia Berti: l’assemblea studentesca di istituto è stata speciale. «Un dibattito aperto a scopo informativo sul decreto 137 Gelmini – è l’obiettivo del rappresentante dei liceali di via Interna, Alberto Gaspardo –. Secondo noi, non bisogna partire dai tagli per riformare la scuola. Siamo preoccupati per il nostro futuro all’università». CORTEO DALLA PROVINCIA. Biscione colorato e striscioni anti-riforma per gli studenti creativi Marco Girardi (dell’Iti Kennedy), Maria Bressan e Alessia Bertolo (Isa Galvani di Cordenons), Federico Brisotto (Ipsia di Brugnera), Agnese Martignuzzi (liceo Le Filandiere di San Vito al Tagliamento), Agostina Redolfi (Itc Mattiussi) e Valentina De Lorenzi (Itc Sarpi di San Vito al Tagliamento). «Abbiamo ispirato il corteo a Pordenone – hanno detto –. Basta ai tagli, perché ci tolgono le specializzazioni nelle superiori tecniche. L’università e le scuole pubbliche sono declassate». PROVE DI AUTOGESTIONE. Pensano alla protesta non-stop nell’Isa Galvani di Cordenons e nel liceo Leopardi-Majorana di Pordenone. «Una giornata di autogestione per riflettere sul nostro futuro riformato – è la proposta di Federica Di Presa, nell’artistico di via Sclavons –. Ne parleremo nell’assemblea di novembre». Nel liceo di piazza Maestri del lavoro è fallito, ieri, il sit-in delle 8.10, ma alle 16 è decollato il pensatoio della protesta. «Per il nostro futuro, che cosa stiamo facendo? – si sono chiesti i ragazzi Leo-Major –. Serve un’azione
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