Storico cambio al rifugio De Gasperi: Pravisano lascia a Omar e Simone

PRATO CARNICO. Due imprenditori carnici realizzano il loro sogno di gestire un rifugio: da metà giugno Omar Gubeila, 36 anni di Tolmezzoe Simone Gonano, 33 anni, di Sutrio, riaprono il De Gasperi in Val Pesarina che per quasi quarant’anni è stato gestito da Nilo Pravisano. Omar è tecnico progettista, con uno studio a Caneva di Tolmezzo, Simone ha esperienze come artigiano del legno e nella ristorazione.
Si divideranno tra la bella stagione in quota e la restante parte dell’anno alle prese con le loro attività originarie. Si sono aggiudicati il bando per la gestione del rifugio indetto dal Cai di Tolmezzo e stanno lavorando sodo per cercare di offrire il meglio al popolo della montagna. Hanno però un serio problema: la viabilità principale di accesso al rifugio è chiusa per lavori che Fvg Strade sta eseguendo su due ponti lungo la strada regionale 465 della Forcella Lavardet .
Per raggiungere il rifugio si deve ora fare il giro dalla parte di Sauris. In più a giugno per due settimane esercitazioni militari sul monte Bivera chiuderanno anche quella via. Resta a quel punto come alternativa solo un lungo giro dal Cadore.
La chiusura della sr 465 è prevista fino a metà luglio. Appare evidente però che per il secondo ponte tale scadenza non basterà: il rischio quindi è che la strada resti chiusa tutta l’estate. Il presidente del Cai di Tolmezzo, Alessandro Benzoni, ha scritto a Fvg Strade per chiedere che sospenda da metà giugno a metà settembre i lavori sulla sr 465 per non compromettere l’intera stagione del rifugio e di altre attività economiche della valle.
Omar e Simone apriranno il rifugio a metà giugno. Omar è legato al mondo della montagna che frequenta da sempre (dal 2011 ha anche il blog” Ai piedi delle Carniche” ), fa parte del Soccorso alpino e del Soccorso piste. Sognava da tempo di gestire un rifugio: «È il massimo – ammette – accogliere la mia gente. Lavoro al progetto da anni e ho fatto tutti i corsi per le abilitazioni sanitarie, di modo da essere pronto quando sarebbe arrivata l’occasione».
Simone sa coinvolgere anche gli amanti della montagna più soft, ha competenze nella ristorazione, è molto conosciuto e ha viaggiato parecchio.
I due puntano ad avvicinare le famiglie alla montagna. Stanno pure creando per i bambini il “sentiero degli sbilfs” : ogni 50 metri di dislivello i piccoli troveranno delle statue di legno che Simone sta realizzando. Chi arriverà al rifugio riceverà un giochino in legno sempre fatto a mano. Altro obiettivo è far riscoprire dal punto di vista alpinistico la zona: nel tempo attrezzeranno anche qualche falesia di arrampicata.
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