Storia di una famiglia partita 200 anni fa dalla terra delle fornaci

MARIO BLASONI. L'uomo che sbrigava le pratiche, il funzionario che conosceva ogni aspetto della burocrazia - in consorzi, associazioni, patronati - ma era ben addentro anche al frastagliato mondo della comunicazione sportiva, dalle radio libere alla carta stampata, è arrivato, due anni fa, ai 60 e alla pensione. E cosa ha fatto? Ha scritto la storia di casa: Duecento anni della famiglia De Michielis, partendo - ai primi dell'800 - da Cerneglons di Remanzacco. Parliamo di Guido De Michielis, nato a Udine nel 1951, diplomato perito aziendale al Deganutti. Ha giocato al calcio fino al 1973: dal mitico Brunetta del Redentore ai campionati di Eccellenza e alla D (nel 1968-'69 era stato selezionato dalla Spal). Poi è andato a lavorare al Patronato della Coldiretti, del quale nel '79 era diventato direttore, il più giovane in tutta Italia.
Dopo 28 anni, De Michielis era passato all'Enasco con i “50 e più” da tutelare e negli uffici di viale Duodo nell'ultimo decennio (2000-2011) era stato un punto di riferimento per i più diversi tipi di pratiche. Ma anche adesso si presta per varie operazioni e consulenze: è coordinatore regionale Capla (si occupa di sette associazioni di lavoratori autonomi pensionati). E, sul piano sportivo, da un paio d'anni fa l'accompagnatore delle squadre del basket femminile. Pubblicista dal 1979, Guido si è occupato del calcio dilettanti per il Friuli Sera di Alvise De Jeso. Ha fatto il corrispondente del Guerin Sportivo e di Superbasket, di Paese Sera e altri quotidiani del sud. E ha avuto Piero Micoli come maestro quando, tra il ’75 e il ’77 sono nate le radio e le tv private. Nel suo curriculun anche 7 anni di collaborazione con Telefriuli. E una bella escalation nel basket, dal ’78 al '94, prima come addetto stampa e poi team manager della squadra di Udine (che ebbe vari nomi: Snaidero, Mobiam, Tropic, Gedeco, Australian, Fantoni, eccetera).
Per il libro sulla sua famiglia (che da Cerneglons si è sparsa nel mondo, dalla Svizzera, all'Africa, al Sud America) l'autore è partito da una fotografia che, giustamente, troneggia sulla copertina del libro. Ritrae i 9 protagonisti della storia: i nonni - il capostipite Giovanni De Michielis e la moglie Liduina Bassi - e i loro sette figli: Noemi, Bruna, Beppino, Delfina, Andreino, Ottavio e Arduino. Quest'ultimo era il padre di Guido, che è andato a cercare i cugini, 17 in tutto, per completare l'illustrazione del “pianeta” De Michielis. I cugini, Guido compreso, sono la terza generazione dei De Michielis di Cerneglons, che facevano i mezzadri (lavori nella stalla e in campagna, in un periodo i cui la terra richiedeva tante braccia). E c'è anche la quarta generazione, di cui fa parte Silvia, la figlia giornalista di Guido (che è sposato dal '78 con Amabile, nativa di Taipana, ma conosciuta a Udine dove lavorava). Silvia, redattrice del settimanale Il Friuli, lo ha aiutato prima nell'affrontare le ricerche negli archivi parrocchiale e comunale e poi nella stesura degli annali della famiglia.
Tornando al nostro memorialista, già il suo nome attinge alla storia familiare. E' stato chiamato, infatti, come il nonno materno Guido Degano, macchinista delle Ferrovie morto il 22 novembre 1938 nel disastro del treno Udine-Cividale. Una sciagura (il convoglio precipitò nel Torre in piena a causa del cedimento di un'arcata) che causò 19 morti, 7 dispersi e 25 feriti. Il corpo di Guido Degano fu ritrovato alcuni giorni dopo alle foci dell'Isonzo.
La dinasty De Michielis è cominciata duecento anni fa (Guido ha rintracciato i precursori: Pietro De Michielis, nato nel 1810, e sua moglie Maddalena Puzzolo, del 1813) nella terra delle fornaci. Infatti Cerneglons (Fossa Nera secondo un'etimologia di origine slava) ha tale significato. Terra per fare mattoni, ma anche di acque (tra il Torre e la Malina) e di raccolti. Come diventerà l'Agro Pontino, dove spazia il secondo capitolo con l'emigrazione, nel 1934, della primogenita di Giovanni, Noemi, sposata con Lino Bergagna, originario di Pradamano. Si stabiliranno a Borgo Hermada e il loro contributo, come quello di tanti altri friulani, sarà importante per il futuro dell'Agro Pontino. I loro ragazzi, Remo, classe 1940, Luciana, '46, e Carlo, '49, saranno storici “figli delle bonifiche”.
Avventurosa è la biografia di Giuseppe Paolo (Beppino) 1916-1992, terzogenito e primo maschio dei sette De Michielis della seconda generazione. Giovane contadino, poi autiere in guerra. Fatto prigioniero a El Alamein e portato in Sudafrica e quindi negli Usa (da New York alla California) nel 1946 è dichiarato disperso. Ma nel '53 torna in Friuli, si sposa, ha due figli. Dal '58 al '70 va a fare il muratore in Svizzera, dalle parti del fratello Ottavio. Per poi rientrare in patria e affermarsi come norcino. Gli ultimi anni perdeva un po' la memoria: è morto investito da un'auto mentre in bici e senza luci percorreva di notte la Aquileia- Grado per tornare a Udine (e aveva perso la strada). Altro zio importante per Guido (che ha anche una sorella, Maria Cristina, che opera nel sociale) è, appunto, Ottavio. Militare in Somalia nel '47 (l'ex colonia era ancora in amministrazione fiduciaria) ha fatto il magazziniere-autista, ma nel 1951 era già a lavorare in Svizzera, diventata la sua seconda, amata patria. Ha fatto il portabagagli e il portiere, e ancora il taxista, ma anche l'idraulico e il lattoniere. Ha sposato Maria Marras, diventata maestra di sci, la prima donna in Svizzera a svolgere tale attività. E' stata una gran bella coppia, punto di riferimento costante per tanti De Michielis nel Vallese. Lei è mancata nel 2007, lui l'anno dopo: le loro ceneri sono state sparse in alta montagna.
Spulciando tra i cugini che hanno una storia alle spalle va citato Francesco-Francois, primogenito di Ottavio, che ha fatto anche lui vari mestieri e attualmente abita nella zona turistica di Crans - Montana (sempre nel Vallese) dove, oltre che fare il maestro di sci, amministra le ville dei vip, tra i quali il famoso cantautore francese Charles Aznavour. L'ultimo dei cugini, il più giovane, è il fratello Federico-Frédéric, 45 anni, che gira il mondo, dal Brasile a Saint Tropez, come maestro di sci e di parapendio e istruttore di surf. Nelle tre paginette che gli sono dedicate “esibisce” ben tre foto di Aiman, figlioletto di colore avuto dalla compagna Salima, già Miss Marocco.
Esaurite le generazioni una e due (e in parte la tre) - ben rievocate negli eventi, i luoghi e i personaggi, anche grazie a bellissime fotografie - molti capitoli della De Michielis story restano aperti. «Adesso tocca ai nostri figli e nipoti proseguire il racconto», dice Guido, più che soddisfatto di aver aperto la strada dei “primi” duecento anni.
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