Stop ai fotografi abusivi nelle chiese
Tra cellulari, fotocamere e telecamerine spesso le cerimonie si tramutano in uno show. Così scattano i corsi di formazione
Fotografi e cineoperatori a scuola di liturgia. Ascom e Curia intendono mettere un freno all’invasione (e spesso all’invadenza) di quelli che creano situazioni «poco professionali e abusive» durante matrimoni, cresime, battesimi e prime comunioni. Stop, insomma, ai flash indiscriminati durante le celebrazioni in chiesa. «Tra cellulari, fotocamere, cineprese e macchine digitali di cui molti sono dotati, le cerimonie in chiesa rischiano di diventare una grande confusione», spiega don Alessandro Tracanelli, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano. Matrimoni, cresime, battesimi e prime comunioni, insomma, si trasformano ben presto in uno show ritagliato alle esigenze degli “operatori”, spesso genitori, parenti e amici di coloro che ricevono i sacramenti. Un bazar, insomma, che vorrebbero evitare sia la Chiesa sia gli operatori professionisti. «E’ questi ultimi che vogliamo formare – aggiunge don Tracanelli – per quanto riguarda i servizi durante le cerimonie». Ascom-Ascofoto e la diocesi, quindi, hanno verificato la necessità di individuare criteri omogenei e vincolanti durante le liturgie: da qui l’organizzazione del corso di formazione su “servizi e riprese fotografiche dei matrimoni e cerimonie religiose nelle chiese della diocesi. Regole, direttive e professione”. Il corso «viene organizzato con l’intento di disciplinare e dare dei criteri di comportamento durante le celebrazioni nelle chiese, garantendo professionalità e rispetto del luogo sacro e per porre un freno a situazioni poco professionali e abusive», come ha spiegato il fotografo professionista Gigi Cozzarin. Primo appuntamento mercoledì 29 ottobre, alle 20.30, al Centro pastorale diocesano, quando “relatore” sarà il vescovo, monsignor Ovidio Poletto; secondo e ultimo appuntamento il 5 novembre, stessa ora, con don Alessandro Tracanelli e don Giancarlo Stival, parroco di Cordenons. Al termine del corso (gratuito, per informazioni 0434-549410 e iscrizioni entro il 24 ottobre) sarà rilasciata una tessera di riconoscimento da presentare in occasione dei servizi fotografici nelle chiese. «L’iniziativa è rivolta a fotografi e cineoperatori – nonché ai loro collaboratori – della provincia di Pordenone e del Veneto orientale, territorio diocesano. Ci rivedremo dopo 15 anni – aggiunge Cozzarin – per stabilire delle regole di comportamento all’interno delle chiese. Ci sono situazioni in cui le persone si comportano come fossero a casa loro: noi siamo per la buona educazione, per il rispetto del rito e della professione. Il parroco, del resto, non può fare il vigile: così genitori e parenti, durante le cerimonie, potranno stare tranquillamente seduti e vedere i loro cari, quindi avere le foto dopo il rito». Il corso, quindi «aiuterà a conoscere i momenti principali del rito purché fotografi e cineoperatori facciano il loro lavoro con discrezione e precisione», spiega il direttore del settimanale diocesano Il Popolo, don Bruno Cescon: «Insomma, aiuteremo fotografi e cineoperatori a essere presenti “senza essere presenti”, per non essere motivo di intralcio al rito, tanto meno motivo di distrazione».
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