Squadra mobile, nuovo corso La dirigerà Francesco Mattioli

Passaggio di testimone, in Questura, al vertice della squadra mobile. Un incarico prestigioso e delicato, che il questore Marco Odorisio ha affidato, dopo Brunella Marziani, al commissario capo Francesco Mattioli, 38 anni.
Il questore ha ricordato come a piazzale Palatucci tutti lavorino al servizio della comunità giocando in squadra, «un’équipe per la sicurezza dove ciascuno di noi dà il proprio contributo».
Laureato in giurisprudenza all’università di Bologna, città che gli ha dato i natali, il nuovo dirigente della mobile di Pordenone è entrato in polizia come ausiliario nel 2004 e poi come agente, rimanendo in servizio alla questura di Bologna fino al 2008. Per due anni ha lavorato alla Questura di Venezia. Una gavetta che ha fatto da preludio alla sua ascesa professionale. «Partire dalla base – ha sottolineato Mattioli con modestia – è stato un privilegio, che mi ha permesso di capire tante cose, crescere con i giusti tempi e fare esperienze che mi porto come bagaglio professionale nella quotidianità e che potranno essere utili da oggi in avanti».
Dal 29 dicembre 2010 ha cominciato il corso di formazione per commissari alla scuola superiore di polizia a Roma, dove ha conseguito, peraltro, il master in Scienze della sicurezza all’ateneo “La Sapienza”. Al termine del corso di formazione, nel 2013, ha diretto il commissariato di Porto Tolle, dove ha condotto un’indagine antidroga che ha portato alla scoperta di una piantagione di marijuana, in cui era coinvolto anche un esponente dei Serenissimi. In quella occasione ha saputo fronteggiare anche problematiche di ordine pubblico, visto che il sodalizio non riconosce l’autorità dello Stato italiano. Nel 2016, alla Questura di Bologna, Mattioli ha assunto l’incarico di vicedirigente della divisione polizia amministrativa e sociale e l’anno dopo è diventato il numero due del commissariato Bolognina Pontevecchio. L’8 gennaio 2018 ha, poi, assunto la guida del commissariato di Adria.
A muoverlo la passione per il suo lavoro che, ha rivelato, è uguale al primo giorno. Per Mattioli l’incarico a Pordenone è sia un traguardo che un nuovo punto di partenza. La squadra mobile è sempre stata nel suo cuore, come ufficio che può esprimere l’attività di polizia giudiziaria in maniera più approfondita rispetto ad altri settori. Il numero uno della mobile è pronto a dedicarsi all’incarico «con il massimo impegno e senza riserva» e ha sottolineato come sia un onore potersi inserire in una tradizione, quella pordenonese, costellata di successi, in cui la Questura gode della fiducia della città ed è dotata di un personale «capace, esperto e competente, animato da grande spirito di sacrificio e determinazione».
«L’augurio che faccio a me stesso – ha concluso Mattioli – è di poter continuare a dare il mio contributo e portare risultati positivi per la cittadinanza e le istituzioni con le quali abbiamo il privilegio di cooperare in un’ottica di équipe». —
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