Spazio a un’oasi naturalistica al posto dell’ex polveriera

La giunta Pali approva lo studio di fattibilità di un progetto che vale 5 milioni La zona di Medeuzza da riqualificare si estende su 160 mila metri quadrati



SAN GIOVANNI AL NATISONE

Il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex polveriera di Medeuzza in un’oasi naturalistica si fa sempre più concreto.

Lunedì la giunta comunale, presieduta dal sindaco Carlo Pali, ha approvato lo studio di fattibilità tecnico-economico, il cui ammontare complessivo tocca i 5 milioni di euro, per riconvertire il sito di proprietà comunale e da anni caratterizzato da completo abbandono.

Si tratta di un’opera di cui si discute da tempo e sulla quale l’amministrazione Pali vuole scommettere per rilanciare, in chiave turistica e non solo, un’area di 160 mila metri quadrati.

Il tutto si inserisce all’interno della cornice del Contratto di fiume per la tutela e la valorizzazione del Natisone, su cui la Regione aveva già concesso un finanziamento all’allora Uti, con Manzano capofila. Da lì il coinvolgimento dello Iuav di Venezia per sviluppare progetti lungo tutta l’asta del corso d’acqua. Da suo canto, San Giovanni ha deciso di premere sull’acceleratore, facendo subito sua la proposta che è arrivata dall’ateneo veneziano.

«È una cosa che stiamo seguendo ormai da un po’ di anni», commenta il primo cittadino, tanto da essere già molto avanti rispetto ad altri Comuni. Tutto ciò sarà poi necessario per richiedere fondi per l’effettiva realizzazione. In questo senso, si guarderà ai bandi nazionali, ma soprattutto a quelli europei, cercando di agganciarsi al Green Deal promosso dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, fin dal suo insediamento.

«La progettualità è importante e ormai è assolutamente necessario avere le idee chiare, facendo i progetti il prima possibile. I contributi vengono dati dove c’è un piano e dove questo può tradursi veramente in un’opera», sottolinea Pali.

Peraltro, l’idea si inserisce in una visione ancora più ampia, che coinvolgerà il limitrofo Sito d’interesse comunitario (Sic), che presenta un ecosistema unico nel suo genere.

«Si andrebbe a inserire una realtà già esistente – aggiunge ancora il sindaco di San Giovanni –, mentre sulla Palmarina c’è il progetto regionale per una pista ciclopedonale che collegherà Palmanova con Aquileia».

Da questo filone, un domani non è da escludere che un ulteriore percorso si svilupperà anche verso Cividale, unendo così i tre siti Unesco e, nel mezzo, San Giovanni al Natisone. A questo, poi, si somma il circuito già esistente dei Colli orientali e della Brda.

«L’obiettivo è trasformare questo luogo in un’oasi naturalistico-faunistica, dove saranno ricostruiti gli habitat del Friuli Venezia Giulia, recuperando la gran parte delle casematte». Saranno poi inserite passerelle sopraelevate, un’area museale e una parte riconvertita a ristorante.

«Il turismo ciclopedonale punta all’ecosostenibilità e un’area simile avrebbe sicuramente una certa visibilità», conclude il sindaco Pali. Il prossimo “step” sarà il voto in consiglio comunale. —



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