Spari a Percoto, ecco le accuse della Procura

Si indaga per porto d’arma da guerra, minaccia ed esplosioni: la pista più accreditata è il regolamento di conti fra nomadi

PAVIA DI UDINE. Porto d’arma da guerra, minaccia grave ed esplosioni pericolose. Sono i reati ipotizzati dalla Procura – per ora a carico di ignoti – nell’indagine sugli spari esplosi contro la villetta di via Gorizia 22 a Percoto, crivellata da una trentina di colpi di kalashnikov sparati dalla strada. È stato così aperto un fascicolo, affidato al sostituto procuratore Lucia Terzariol, titolare del gruppo criminalità organizzata della magistratura friulana.

Colpi di kalashnikov contro una villetta a Pavia di Udine

Un episodio inquietante, quello che sabato sera ha spezzato la tranquillità della frazione di Pavia di Udine. Sabato sera, poco dopo le 19.30, gli abitanti di via Gorizia hanno udito distintamente una scarica di colpi d’arma da fuoco: chi ha sparato ha immediatamente fatto perdere le proprie tracce, scappando a bordo di un’automobile che probabilmente si è diretta verso la vicina statale. Sull’asfalto i carabinieri hanno trovato sedici bossoli, esplosi da un kalashnikov contro la villetta: probabilmente un atto intimidatorio nell’ambito di un regolamento di conti tra famiglie nomadi.

La casa di via Gorizia era disabitata da ottobre: era stata affittata a una ventitreenne di Tarcento, che pare abbia una relazione con un giovane nomade. All’interno dell’abitazione erano in corso lavori di ammodernamento, ancora non conclusi.

La ragazza è già stata sentita dagli investigatori, che in queste ore stanno raccogliendo elementi utili a chiarire le responsabilità dell’episodio, che ha profondamente scosso la comunità di Percoto. Quel che emerge con chiarezza, come confermato da fonti inquirenti, è che l’atto non mirava a colpire in alcun modo il proprietario dell’immobile, l’imprenditore Federico Basso, totalmente estraneo alla vicenda.

Gli investigatori stanno già lavorando ad alcune piste, tra cui quella citata del regolamento di conti tra nomadi. Rimane in ogni caso strettissimo il riserbo sullo sviluppo delle indagini, coordinate dalla Procura, hanno visto in prima linea i carabinieri, che già nella serata di sabato sono intervenuti in forze in via Gorizia, allertati dai vicini che avevano sentito gli spari. La strada era rimasta transennata per diverse ore per consentire ai militari dell’Arma di effettuare i rilievi all’interno e all’esterno della villetta.

«È una vicenda dai connotati di inaudita gravità, una minaccia esplosiva – ha commentato il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo –, che non viene minimamente sottovalutata. È chiaro l’intento intimidatorio dell’atto, che costituisce una segnale molto violento. Intendiamo tutelare la pace sociale della comunità toccata da questo episodio con grandissima determinazione».

Anche il sindaco di Pavia di Udine, Emanuela Nonino, segue con attenzione gli sviluppi di una vicenda che ha inquietato la comunità, mai toccata in precedenza da episodi di tale gravità: «Sono in stretto contatto con le forze dell’ordine che stanno indagando sul caso, fin dalle primissime ore – spiega il primo cittadino –. L’episodio ha colpito i miei concittadini, il nostro paese non aveva mai vissuto fatti di questa gravità».

Tanti i curiosi che domenica, e ancora ieri, hanno percorso via Gorizia alla ricerca della villetta colpita dalla raffica di kalashnikov: più di qualcuno è addirittura sceso dall’automobile per scattare una foto all’immobile crivellato dai colpi, che hanno provocato danni in particolare alle vetrate del sottotetto dell’abitazione, infrante dai proiettili di grosso calibro sparati dalla strada.

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