«Sono solo don Angelo, voglio camminare con voi»

cordenons. «Ho bisogno di trovare casa, nel senso di calore e relazioni umane. Aiutatemi in questo. Non sono un super uomo, sono don Angelo e voglio fidarmi del Signore e di voi come comunità. Di questo prete conoscerete miserie e povertà: quando succederà amatemi di più».
In una chiesa gremita di fedeli, ieri il nuovo parroco di Santa Maria Maggiore e di Santa Giovanna d’Arco, don Angelo Grillo, ha parlato di «accoglienza fatta con il cuore» e di quel «volto umano della chiesa» che desidera realizzare assieme alle sue due nuove comunità, nel segno del «con voi, non senza di voi».
Animato dal “Coru della Glesia” e dal Coro Ruah, il rito dell’insediamento è stato accompagnato da una decina di sacerdoti della diocesi, tra cui il parroco di San Pietro e Sant’Antonio, don Ivano Zaupa, e gli altri presbiteri della unità pastorale di Cordenons. Con loro c’era anche il fratello don Giuseppe Grillo, parroco di Sant’Andrea a Portogruaro. Nei primi banchi, la famiglia del sacerdote, che è residente a Cordenons dal 1976: i genitori Adeo e Nadia e la sorella Alessandra, sposata e madre di due bambine.
Don Grillo ha 49 anni ed è sacerdote dal 2000, è già stato parroco di Santa Giovanna d’Arco a Villa d’Arco dove fa ritorno e dove oggi alle 10.30 celebrerà la prima messa, quindi del Sacro Cuore e dell’Immacolata a Pordenone, parrocchie da cui proviene.
A presentarlo alla comunità è stato il vicario foraneo, don Roberto Laurita, che ha esordito dando lettura del decreto vescovile di investitura. «Don Grillo viene a voi – ha aggiunto – come un prete che ama tessere e coltivare relazioni, che sono il punto di partenza di qualsiasi ministero e luogo di prova del servizio, dove si accoglie e si viene accolti». I vicepresidenti dei due consigli pastorali hanno dato il benvenuto al nuovo parroco; la parrocchia del Sacro Cuore si è invece raccomandata di «volergli bene», tracciando di lui un commosso ricordo.
Da parte sua don Grillo, nell’omelia, ha esordito con un familiare “buonasera” per poi salutare anche quanti non c’erano, ieri in chiesa a Santa Maria Maggiore, dagli anziani soli, agli ammalati, ai poveri, a chi non crede oppure è arrabbiato con la chiesa. Per don Grillo Cordenons è già un poco “casa” sua, avendo vissuto e frequentato il paese e la stessa parrocchia di Santa Maria Maggiore negli anni dell’infanzia e della gioventù. «Ero un bambino iper attivo con cui le maestre e mia mamma hanno dovuto avere tanta pazienza – ha rivelato –. Ricordo che a catechismo a volte mi prendevano per l’orecchio per farmi uscire dall’aula e la 127 gialla di don Giacomo che mi riportava a casa. Ora non so descrivervi cosa provo nel ritornare da parroco nella chiesa in cui venivo da bambino».
Quindi dopo i ricordi, lo sguardo è su questo nuovo viaggio che si inserisce nel solco tracciato dal suo predecessore, don Alessandro Moro. «Desidero assieme a voi, non senza di voi – ha concluso don Grillo – una chiesa che ha fiducia che sulla barca della vita è presente il Maestro; missionaria e in uscita; non attaccata a ruoli o poteri, attenta ai poveri e coraggiosa. Pregate per me e per i miei confratelli, custoditeci, difendeteci. Ricordate che sotto questa veste c’è un uomo che piange, gioisce, soffre e spera con voi. Più saremo uniti, più saremo forti». –
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