Smarrisce la targa dell’auto Odissea in Motorizzazione

Informazioni parziali, incomplete, addirittura fuorvianti, insieme ad un atteggiamento a dir poco scortese. Si rintracciano nel racconto di una “avventura” che un cittadino, Mario Da Ros, ha vissuto...

Informazioni parziali, incomplete, addirittura fuorvianti, insieme ad un atteggiamento a dir poco scortese. Si rintracciano nel racconto di una “avventura” che un cittadino, Mario Da Ros, ha vissuto con la motorizzazione civile di Pordenone. La causa è lo smarrimento della targa anteriore di un’auto, a cui sono seguite le peripezie necessarie per ottenere le nuove targhe, anche a causa di informazioni parziali e approssimative ottenute al telefono, unite al comportamento sgarbato dell’addetto allo sportello.

Nella lettera, inviata al direttore della motorizzazione e per conoscenza al Messaggero Veneto, Da Ros riassume con molta puntualità l’accaduto, dalla telefonata di richiesta di informazioni, ai primi contatti allo sportello, dal comportamento dell’impiegato, alle peripezie per trovare i “piolini” con cui installare le nuove targhe, dalle code in posta per pagare il solito “balzello”. Il tutto ha richiesto due mattinate per poter essere eseguito. «L’incaricato - racconta - forse avrebbe dovuto spiegare a mio figlio (che aveva telefonato) e poi a me, che non era necessario recarsi alla motorizzazione con l’auto, ma bastava smontare la targa a casa e recarsi all’ufficio con un altro mezzo. Non perdo targhe tutti i giorni, non mi reco alla motorizzazione tutti i giorni e non posso certo prevedere che lì’ troverò gente ostile e sgarbata, e quindi supponendo che l’auto doveva essere in qualche modo visionata, e non avendo ricevuto altre direttive, era ovvio che potevo incappare in questa situazione. Mentre attendevo - prosegue - ho osservato il comportamento di altri due incaricati e ho visto cortesia e professionalità». Mentre l’addetto al quale Da Ros si era rivolto, era stato sgarbato, «si è permesso di irridere gli utenti, di marcare e fare commenti ad alta voce sulla differenza di acume tra lui e il “fesso” di turno. Mi chiedo - sbotta - perché una persona, dopo aver lavoratori e pagato contributi per sostenere questo Stato per più di 45 anni, debba sentirsi offendere da uno che è pagato per servire il cittadino e non essere servito, pagato con i soldi dei contribuenti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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